Secondo le antiche scritture, gli asana, ovvero le posizioni dello yoga, sono 8 milioni e quattrocentomila.
In questo post, ho deciso di analizzarli tutti. Uno per uno.
… … …
No dai, scherzavo. 🙂
Però è curioso pensare a quante posizioni possa assumere, potenzialmente, il nostro corpo, e quanto vasto sia il mondo degli asana.
Un altro aspetto curioso è il nome con cui vengono chiamate le posizioni.
Gli antichi Rishi, ovvero i saggi, scoprirono i benefici dello yoga imitando i movimenti degli animali e delle piante, ed è per questo che molti dei nomi degli asana riprendono quelli del mondo animale e vegetale: la posizione del gatto, del cane a testa in giù, del coccodrillo, del loto, della palma.
Esauriti gli animali si è passato alle forme geometriche – posizione del triangolo – agli attrezzi agricoli – posizione dell’aratro – e agli oggetti di uso comune – posizione della candela.
Lo yoga inizialmente era tramandato verbalmente, e anche se la radice non è cambiata, col passare degli anni e dei Maestri – o Guru – si sono creati molti stili di yoga.
Qualcuno ha continuato ad insegnare secondo la tradizione, rispettando l’origine del nome sanscrito delle posizioni; altri invece hanno utilizzato la creatività personale e, per facilitare la comprensione di nomi impronunciabili e distanti dalla cultura occidentale, hanno “inventato” o personalizzato la traduzione.
Con il risultato che conosco almeno due o tre modi diversi per eseguire la posizione della mezza luna.
Il compito di mettere ordine nel caos spetta, ancora una volta, alla lingua sanscrita; ovvero l’antica lingua della Valle dell’Indo, riconosciuta come lingua ufficiale dello yoga.
Quindi adesso ci mettiamo tutti in hasta utthanasana, e guai a voi se sbagliate… chiaro?
La realtà è che per capirci veramente qualcosa si dovrebbe imparare la posizione anche con il suo nome originale, in modo da non incorrere in distrazioni quando ci viene indicata la posizione da assumere. In questo modo seguire la lezione diventa molto più facile e più divertente!
Perché gli asana funzionano?
Per noi occidentali, che siamo abituati a vedere, per credere, la spiegazione ha un tono scientifico:
“Gli asana funzionano perché stimolano la circolazione sanguigna, favorendo l’eliminazione delle tossine. Inoltre, l’utilizzo del respiro, abbinato all’esecuzione delle posizioni, permette una riossigenazione globale, a beneficio di tutto l’organismo.”
Secondo la visione orientale, invece, la pratica delle posizioni funziona perché favorisce il libero scorrere, all’interno del corpo, del prana, ovvero l’energia vitale. (chi o ki secondo la medicina tradizionale cinese.) Secondo queste teorie, le rigidità del corpo corrispondono a un blocco del prana e ad un conseguente accumulo di tossine. Le tensioni fisiche nel corpo corrispondono a delle tensioni mentali, per questo è necessario liberare l’energia accumulata.
Attraverso la pratica delle posizioni yoga si possono sciogliere le rigidità del corpo, e di conseguenza vengono rimossi anche i blocchi mentali.
Lo scopo dello yoga è quello di risvegliare la Kundalini, ovvero l’energia evolutiva dell’uomo, che si trova nella base della colonna vertebrale. (E’ un’energia immaginaria, quindi non correre in ospedale a fare una risonanza per vedere come sta la tua Kundalini…)
La pratica delle posizioni aiuta a risvegliare questa energia, che comincia così il suo percorso verso l’evoluzione risalendo sushumna nadi, cioè il canale energetico principale, che si trova all’interno della colonna vertebrale.
L’energia sale passando per i vari chakra (7 in totale), cioè i centri energetici responsabili di determinate aree del corpo e della mente, per poi arrivare al compimento del suo percorso illuminando i centri superiori responsabili dell’evoluzione della coscienza umana.
Quindi gli asana funzionano perché:
- stimolano la circolazione sanguigna
- favoriscono l’ossigenazione degli organi
- liberano l’energia accumulata
- rimuovono i blocchi mentali
- illuminano i chakra
Come si praticano le posizioni?
Per fare yoga nel modo corretto è molto importante l’atteggiamento che adottiamo nel corso della pratica. Yoga non è fare ginnastica.
Se hai letto il post “cos’è lo yoga, come si fa e perché funziona”, avrai capito che l’ingrediente fondamentale per fare yoga è l’attenzione a ciò che si sta facendo.
Partendo dal presupposto che hai capito qual’è l’atteggiamento giusto per praticare, questi sono alcuni consigli utili per capire come praticare le posizioni.
Mettiti comodo nella posizione
I benefici degli asana non dipendono dalla perfezione della loro esecuzione, quindi è fondamentale che tu capisca i limiti del tuo corpo e che pratichi gli asana con uno spirito di miglioramento, senza forzare le posizioni.
Quando esegui un asana, fai in modo di non sentire fastidi o dolori.
Ciò che dovresti percepire è un piacevole allungamento e stiramento dei muscoli, mai doloroso.
Il segreto per rispettare il nostro punto limite è né troppo, né troppo poco.
Se hai particolari disagi o dolori, adatta la posizione alle tue esigenze e fai in modo di prediligere asana più semplici o di rilassamento.
Ricordati che non sei obbligato ad eseguire tutte le posizioni che ti vengono proposte durante una lezione, se hai difficoltà a praticarne qualcuna in particolare, chiedi all’insegnante un’alternativa oppure aspetta in una posizione di rilassamento l’istruzione successiva.
Utilizza dei supporti
E questo è un consiglio che a prima vista potrebbe non avere molto senso, in quanto, secondo gli insegnamenti tradizionali dell’Hatha yoga, non è previsto l’utilizzo di supporti nella pratica delle posizioni.
E non ti nascondo che, avendo avuto una formazione di tipo tradizionale, all’inizio faticavo a concepire l’idea che per fare yoga si potessero utilizzare blocchi, cinture e cuscini…
Ma poi, con il tempo, mi sono resa conto che l’utilizzo dei supporti aiuta a mantenere l’allineamento corretto del corpo durante le posizioni, e che alcuni supporti sono molto utili anche per chi non ha una grossa flessibilità, in quanto aiutano a praticare nel modo corretto le posizioni più impegnative, senza sentire dolore.
Meglio la qualità della quantità
Quando pratico da sola vorrei fare tutte le posizioni che conosco, perché sono cosciente del fatto che ogni posizione ha specifici benefici e la mia mente vorrebbe praticarle tutte.
Ovviamente bisogna fare una scelta.
Il mio consiglio è quello di scegliere quali posizioni eseguire e farle con attenzione, senza fretta. Meglio poche, ma fatte bene e con attenzione, che troppe eseguite in maniera superficiale.
Se hai voglia di praticare da casa, in maniera autonoma, o sei alla ricerca di sequenze specifiche per un particolare stato d’animo, ti suggerisco di dare un’occhiata alla sezione “pro” di Yoga n’ Ride, dove troverai decine di lezioni che ti permetteranno di fare lo yoga che vuoi, quando vuoi, dove vuoi.
Scegli il tuo tempo
Quanto tempo vanno mantenute le posizioni?
Beh, dipende da molti fattori: dal contesto, dal tempo a disposizione ma soprattutto dalle capacità, dall’elasticità muscolare e dalla preparazione fisica. Per questo non esiste una regola standard.
In genere le posizione sono mantenute per alcuni secondi o pochi minuti dai principianti e da tempi molto più prolungati da chi pratica regolarmente. Il mio consiglio è quello di cercare di mantenerle per il tempo che ritieni corretto, nel rispetto dei tuoi limiti fisici.
Anche in questo caso vale la regola del “ne troppo, ne troppo poco”.
Coordina il respiro al movimento
Durate la pratica, tutta l’attenzione è rivolta all’ascolto delle sensazioni nel corpo.
Per sviluppare la propriocezione e la coordinazione è molto importante eseguire le posizioni dinamiche abbinando il respiro al movimento. In genere ad un movimento di apertura, verso l’alto, corrisponde un inspirazione, mentre ad un movimento di chiusura corrisponde l’espirazione.
Per esempio, sollevando il braccio si inspira e, abbassandolo, si espira.
Le tecniche di respirazione, nel mondo dello yoga, si chiamano Pranayama.
Ho scritto un post specifico su questo argomento; se ti interessa lo puoi leggere qui: Cos’è il Pranayama, come si fa e perché funziona. >>
Il segreto è la costanza
Gli effetti benefici degli asana si ottengono in tempi rapidi se si pratica con costanza e attenzione.
La parte più difficile, si sa, è trovare una motivazione per mettersi tutti i giorni sul tappetino.
Il segreto, secondo me, sta nel cominciare poco alla volta, nel fissare obiettivi raggiungibili e nel rendersi conto, poco a poco, dei benefici della pratica.
In fondo, se ci pensi bene, prendersi cinque o dieci minuti al giorno non è un grosso impegno.
E’ sufficiente decidere di svegliarsi 10 minuti prima, oppure di dedicare alla pratica 10 minuti prima di andare a letto, cosa che fra l’altro è molto utile per chi soffre di problemi di insonnia.
Un’altro consiglio che mi sento di darti è quello di scegliere una pratica adeguata al momento della giornata ed allo stato emotivo in cui ti trovi.
La mattina, per esempio, è meglio eseguire una pratica di risveglio energetico, come il saluto al sole, o i cinque tibetani, mentre la sera è preferibile fare posizioni di allungamento e rilassamento come il gatto (marjariasana).
A questo proposito, potrebbe interessarti dare un occhiata a due video-post che ti spiegano come eseguire correttamente il Saluto al Sole e alla Luna
Concludendo, abbiamo visto che:
- Le stesse posizioni possono essere chiamate con nomi diversi, in funzione dello stile di yoga e della creatività dell’insegnante
- Che esiste una spiegazione scientifica, ed una mistica, di come funzionano gli asana;
- Che per praticare gli asana non serve essere dei contorsionisti ma è importante rispettare i propri limiti fisici.
Spero che questo post ti abbia aiutato a fare chiarezza sul vastissimo mondo degli asana… e se credi che anche a qualcun altro possa interessare questo argomento, condividi questo post sui tuoi social network!
Ci vediamo sul tappetino!
Un articolo molto ben fatto che mi ha avvicinto al mondo dello yoga.
Grazie.
Sei molto brava.
Namaste
Ciao Aurora,
grazie mille per le tue parole ed il tempo che hai dedicato alla lettura dell’articolo. E’ un piacere sapere di esserti serviti da stimolo per avvicinarti a questo fantastico mondo.
Buona continuazione, un abbraccio & Namaste 🤗💚💖🙏
Ci parlate anche della meditazione e dei vari tipi di meditazione e la loro differenza.Grazie
Buongiorno Maria,
certamente! Abbiamo dedicato un’intero articolo alla meditazione e, fra l’altro abbiamo anche realizzato un corso gratuito per comprendere al meglio cos’è la meditazione che trovi sempre all’interno dell’articolo a questo link:
https://yoganride.com/che-cose-la-meditazione-come-funziona-e-perche-puo-aiutarti-a-vivere-meglio/
Spero di esserti stata utile, buona continuaizone.
Ciao !! intanto vi adoro e sto facendo ogni giorno lezioni diverse e vi ringrazio. Chiedo una info dove posso trovare una sorta di “lista completa” di Asana ? Grazie
Ciao Laura, grazie mille :))))
Per quanto riguarda gli asana, in realtà per ora non abbiamo pubblicato nessuna lista, però stò lavorando per creare un archivio video che sarà riservato agli iscritti. Mi ci vorrà ancora un po’ per finirlo ma appena sarà pronto, ti faremo sapere 😉
Nel frattempo trovi qualche posizione o pratica andando nella pagina delle “Lezioni di yoga” e selezionando come obiettivo “come fare”…. Spero possa comunque esserti utile. Buona serata
Sei molto brava e mi piace come spieghi i significati e gli esercizi yoga. Ti seguo in questa avventura, poi si vedrà. Grazie!
Grazie Elena per il tuo commento, mi fa super piacere! Sarò felice di poter condividere con te ciò che lo yoga mi insegna, Ti auguro una splendida serata :)))
Ok, allora lancio il sasso: Cane che guarda in giù o che si stira?Chiamavo questa posizione accento fino a qualche anno fa!Per passare al sanscrito: Adho mukha svanasana o Parvatasana?Io ormai la chiamo Adho mukha, la chiamano tutti così, e Parvatasana è conosciuta come un’altra posizione…
Eh già, anche la posizione del cane a testa in giù è oggetto di confusione…mi è capitato di sentirla chiamare addirittura posizione della montagna!
Per fortuna sempre più scuole ed insegnanti la chiamano Adho Mukta Svanasana… speriamo che col tempo anche i libri di testo si mettano d’accordo!