I Cinque Riti Tibetani… più due: cosa sono e come praticarli

*Articolo aggiornato il 9 Dicembre 2022

I Cinque Riti Tibetani sono una pratica energizzante completa che lavora su tutto il corpo, frutto della rielaborazione di alcune posizioni tradizionali dello yoga, e corrispondono, a livello energetico, ad una delle pratiche più conosciute dello yoga: il Saluto al Sole.

Questa sequenza yogica, semplice ma potente, agisce riattivando e riallineando i 7 chakra principali, favorendo in questo modo lo sviluppo della concentrazione e dell’equilibrio, e rallentando il processo di invecchiamento, grazie alla stimolazione delle ghiandole endocrine.

In questo articolo analizzeremo i cinque tibetani un po’ più da vicino, e vedremo anche come metterli in pratica grazie ad una lezione specifica… completamente gratuita.

Inoltre parleremo anche del sesto e settimo rito, che meritano un paragrafo a parte in quanto possono essere eseguiti solo quando si padroneggiano bene i primi cinque.

Cosa sono i Cinque Tibetani, e come funzionano

I Cinque Riti Tibetani, o più semplicemente i Cinque Tibetani, sono considerati tra i più efficaci esercizi combinati di stretching, sforzo isometrico/isotonico e attivazione della respirazione; in effetti sono così efficaci da essersi guadagnati la definizione di “Elisir di Eterna Giovinezza”.

La relazione che esiste tra questa pratica e il processo di invecchiamento si basa sul principio che lo stesso viene contrastato in quanto, grazie alla pratica regolare dei Cinque Tibetani, l’energia nel corpo, in particolar modo nei centri energetici, chiamati chakra, può scorrere liberamente.

I chakra principali sono 7, e sono allineati lungo la colonna vertebrale, partendo dalla base della colonna fino ad arrivare alla sommità del capo. Ad ogni chakra (o ruota, o vortice) è associata una ghiandola endocrina, responsabile del corretto funzionamento di determinati organi del corpo.

Secondo la fisiologia e la filosofia dello yoga, quando tutti i vortici, o chakra, girano alla stessa velocità, il corpo è in perfetta salute. Al contrario, quando uno o più di un chakra rallentano, inizia l’invecchiamento o deterioramento fisico.

I 5 riti tibetani, così come la pratica dello yoga in generale, agiscono su questi vortici, riportando equilibrio e migliorando quindi le funzionalità degli organi, con il risultato che quando gli organi sono in salute ci si sente meglio e il processo di invecchiamento viene rallentato.

Un po’ di storia

I Cinque Tibetani sono una pratica che risale probabilmente a più di 2500 anni fa, e la cui esistenza è stata tramandata, nel corso della storia, grazie all’impegno di un gruppo di monaci tibetani che vivevano in un monastero nascosto tra le montagne dell’Himalaya.

L’esistenza di questa pratica è arrivata fino a noi grazie al libro I cinque tibetani. L’antico segreto della fonte di giovinezza” scritto da Peter Kelder nel 1939.

Nel libro l’autore racconta di come sia venuto a conoscenza di questa pratica grazie all’incontro con il Colonnello Bradford, un vecchio militare che da molto tempo era alla ricerca della fonte della giovinezza, e di come il Colonnello, tornando ringiovanito e quasi irriconoscibile da un lungo viaggio in Himalaya, gli abbia raccontato di una “pratica segreta” appresa in un monastero. Si trattava appunto dei Cinque riti Tibetani.

Nel suo libro Kelder spiega minuziosamente come eseguire quelli che lui definisce come “riti energetici”, e racconta anche del tipo di alimentazione e stile di vita che praticavano i monaci tibetani.

Infatti, i benefici di questi esercizi vengono amplificati quando associati ad uno stile di vita armonioso che rispetti l’equilibrio tra una giusta dose di esercizio fisico, un’alimentazione moderata e ricca di nutrienti ed un atteggiamento mentale positivo.

I Benefici

I benefici dei 5 riti tibetani sono molto simili a quelli della pratica dello yoga in generale e della pratica del Saluto al Sole nello specifico, e sono essenzialmente:

  • Aumento dell’energia
  • Calma mentale
  • Maggior chiarezza mentale e capacità di concentrazione
  • Rafforzamento e maggior flessibilità dei muscoli
  • Miglioramento della respirazione e aumento della capacità polmonare
  • Miglioramento della circolazione sanguigna
  • Miglioramento della postura
  • Riduzione dello stress
  • Rallentamento del processo di invecchiamento delle cellule del nostro corpo
  • Riequilibrio dei chakra e delle ghiandole endocrine ad essi associate

Inoltre, in base alle testimonianze che si trovano nel libro, altri benefici sono:

  • Capelli più folti e scuri
  • Perdita di peso per chi è in sovrappeso e aumento per chi è in sottopeso
  • Miglioramento della vista
  • Carnagione colorita e sana
  • Viso più giovane
  • Miglioramento della memoria
  • Aumento della capacità e del desiderio sessuale
  • Sollievo da artrite
  • Sollievo da dolori di varia natura ( ginocchia, schiena, nervo sciatico, etc.)
  • Maggiore energia, forza e benessere

Come e quando praticare i Cinque Riti Tibetani

La tradizione tibetana prevede la ripetizione di ognuno dei 5 riti per 21 volte, tuttavia, come suggerisce il libro (e il buon senso, soprattutto se sei alle prime armi con lo yoga), è meglio procedere gradualmente e progressivamente, iniziando la prima settimana con 3 ripetizioni da fare lentamente e dolcemente, per lasciare il tempo al corpo di abituarsi alle nuove posizioni.

In seguito, per ogni settimana successiva, si possono aggiungere due esecuzioni quotidiane in più, fino ad arrivare a 21 esecuzioni giornaliere.

Procedendo in questo modo nell’arco di 10 settimane si dovrebbe essere in condizione di praticare ogni giorno i cinque riti per intero per 21 volte. Basteranno solo 5 minuti all’inizio, per poi arrivare ad una pratica completa di circa 20 minuti.

Esattamente come per la normale pratica yoga, l’importante non è tanto l’esecuzione perfetta degli esercizi, ma piuttosto l’attenzione e la presenza nell’esecuzione, la respirazione e soprattutto la costanza e la regolarità.

Per questo motivo, se ritieni che un impegno di 20 minuti per la pratica delle 21 ripetizioni sia eccessivo in termini di tempo, oppure fisicamente troppo impegnativo, va benissimo anche se scegli di fare 3 o 5 ripetizioni ogni giorno. Come sempre la cosa importante è muoversi e praticare rispettando i propri limiti e le esigenze del proprio corpo.

Puoi anche utilizzare la sequenza dei 5 tibetani in sostituzione al Saluto al Sole, come pratica di riscaldamento prima della tua consueta lezione di yoga.

Sconsiglio di praticarla assieme al Saluto al Sole in quanto sono entrambe pratiche che generano energia, e sovrapponendole si corre il rischio di creare uno squilibrio a livello energetico.

Il momento migliore per praticare è la mattina appena alzati, in quanto i cinque tibetani sono una pratica energizzante, in grado di darti la carica per tutta la giornata. Inoltre questa pratica si può eseguire anche come riscaldamento prima di un’attività fisica.

Nel libro si legge che si possono eseguire anche la sera, anche se personalmente preferisco evitare pratiche energizzanti prima di andare a dormire.

Ad ogni modo si tratta di una scelta molto soggettiva poiché ogni persona e ogni corpo reagiscono in modo differente alle pratiche, come per esempio accade con lo yoga nidra, che molte persone trovano rilassante e utile da fare prima di dormire mentre altre evitano di praticarla la sera altrimenti fanno fatica a prendere sonno.

Quindi, per sapere qual è la cosa giusta per noi, la cosa migliore da fare è sperimentare e capire le esigenze del nostro corpo.

Avvertenze e Controindicazioni

Capisco che dopo tutto quello che ci siamo detti ti verrà subito voglia di metterti a fare i 5 tibetani come se non ci fosse un domani, tuttavia qualsiasi nuovo programma di esercizi fisici va intrapreso con consapevolezza e attenzione.

Specialmente chi soffre di patologie o lesioni, prima di eseguire la pratica è opportuno che chieda parere al proprio medico, in particolare le persone che soffrono di: sclerosi multipla, morbo di Parkinson o un disturbo simile, sindrome di Ménière, vertigini, cuore ingrossato, problemi alle valvole cardiache, infarto negli ultimi tre mesi, ulcera, dolori lombari, cervicale, ipertensione, ipertiroidismo, ernia iatale, debolezza muscoli addominali, alterazione dei dischi intervertebrali, fibromiosite.

Inoltre, considera che la pratica dei Cinque Tibetani aiuta a disintossicare l’organismo, quindi potrebbe capitare di avere delle reazioni di eliminazione, come per esempio, eruzioni cutanee oppure disturbi intestinali.

Anche se comprendo che non siano reazioni molto piacevoli, sono importanti per la purificazione del corpo ed in genere durano solo qualche giorno.

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Consigli per la pratica

Sii consapevole:
Esegui gli esercizi con consapevolezza e non meccanicamente. È molto importante porre l’attenzione su ciò che stai facendo ed ascoltare le sensazioni del proprio corpo, rispettandone i limiti e senza mai forzare o sentire fastidio e dolore.

Rilassati
Applica la legge del minimo sforzo, assicurandoti di rilassare tutte le parti del corpo che non sono coinvolte nel movimento. In questo modo, risparmiando energie, i movimenti saranno più naturali e meno faticosi.

Respira correttamente
Porta l’attenzione al respiro, assicurandoti di respirare correttamente.
Continua a respirare naturalmente e liberamente, sincronizzando il movimento, in questo modo anche la mente sarà più calma, infatti una corretta respirazione aiuta ad eliminare lo stress ed a regolare lo stato emotivo. Evita di bloccare o forzare la respirazione negli esercizi, che altrimenti risulterebbero più faticosi.

Mantieni la concentrazione
Cerca di non distrarti, soprattutto con lo sguardo. Prova a sperimentare uno sguardo interiorizzato, come se guardassi l’orizzonte, senza cercare di fissare un punto preciso

Rispettati e goditi la pratica
Troppo spesso esageriamo con l’obiettivo di riuscire in un esercizio, di eseguirlo perfettamente, con il risultato che il corpo stressato e non rispettato, si irrigidisce ancora di più. In questo caso l’obiettivo è farsi del bene, non è una competizione, quindi non giudicarti se non riesci perfettamente nel movimento.

Il tempo ed una pratica consapevole e costante, faranno la differenza ed i benefici non mancheranno.

Pratica senza rischi
Soprattutto se soffri di dolori alla schiena, è importante praticare con una serie di accorgimenti per non provocare o intensificare i dolori.

In particolare:

  • Nel secondo tibetano, puoi piegare le gambe prima di sollevarle e ripiegarle prima di riportarle a terra e puoi sperimentare la posizione delle caviglie e dei piedi, in modo che non ci sia tensione nella parte posteriore delle gambe.
  • Nel terzo tibetano, per evitare di comprimere le lombari, porta le mani all’altezza delle anche con i pollici sull’osso sacro, in modo da avere maggior equilibrio nella posizione e spingi le anche in avanti, stendi la parte anteriore del corpo mentre fletti all’indietro e contrai i muscoli dei glutei. Ricorda che non è importante quanto riesci ad andare all’indietro, soprattutto se lo fai schiacciando le lombari.
  • Nel quarto tibetano, una volta sollevato il corpo, cerca di mantenere la posizione il più orizzontale possibile, spingendo le anche verso l’alto e contraendo i muscoli dei glutei.

    Se non riesci nell’esercizio, puoi provare una variante semplificata, portandoti seduto/a con le ginocchia piegate e le braccia appoggiate a terra dietro la schiena, in modo che quando alzi il bacino per portarti nella posizione del ponte, le braccia siano perpendicolari alle spalle. In questo modo puoi utilizzare la forza delle gambe per sollevarti.

  • Nel quinto tibetano, se non riesci a stendere bene le gambe, non ti preoccupare e soprattutto non forzare, le posizioni devono sempre risultare comode e mai fastidiose o dolorose.

A questo proposito, ti consigliamo di leggere l’articolo Cane a testa in giù: come farlo e perché fa bene, dove troverai dei consigli pratici per eseguire al meglio questa posizione e poterla personalizzare con piccoli aggiustamenti, secondo le tue esigenze

Se anche con questi accorgimenti, non riesci ad eseguirlo, puoi sostituirlo con la posizione del gatto, che trovi spiegata nel nostro articolo specifico Posizione del gatto: come farla e perchè fa bene

Se anche con queste varianti dovessi trovare difficoltà in un esercizio, ti consigliamo di evitarlo.

Se soffri di mal di schiena, prima di praticare i Cinque Tibetani, ti consigliamo di leggere l’articolo Mal di schiena e yoga: tutto cio che e meglio sapere prima di iniziare a praticare

Se hai la schiena fragile o ti senti particolarmente rigido, ti consigliamo di iniziare a prendertene cura con la speciale Playlist di Yoga per la schiena, riservata ai nostri abbonati.

Pratica la pazienza
Gli ultimi due riti tibetani, dovrebbero essere praticati solo dopo aver praticato regolarmente i primi cinque tibetani per 21 ripetizioni per almeno un mese.

Scegli la pratica più adatta a te
Si consiglia di evitare di praticare entrambi i riti nr. 6 e 7 assieme ma di sceglierne uno solo a completamento della pratica, a seconda dei bisogni. Impara a sentire ed ascoltare le tue necessità di volta in volta, ricorda che ogni giorno è diverso ed ogni giorno siamo diversi.

Prediligi la qualità alla quantità
La qualità degli esercizi, l’attenzione e la consapevolezza con cui si pratica è molto più importante della quantità degli esercizi che si fanno ed i benefici non mancheranno in ogni caso.

I Cinque Riti

Di seguito vediamo come funzionano i cinque riti che compongono questa pratica. Per ognuno abbiamo pensato di allegare una descrizione, e infine anche una video lezione specifica nel corso della quale ti guiderò nella pratica di questa sequenza di posizioni.

Rito numero Uno: la ruota

  • Obiettivo: aumenta la velocità dei chakra o vortici energetici
  • Benefici: favorisce il libero scorrere del flusso di energia in tutto il corpo
  • Chakra: stimola tutti i chakra

Portati in piedi mantenendo la schiena dritta, solleva le braccia altezza delle spalle, con i palmi delle mani, rivolti verso il basso. Cercando di rimanere sul posto, inizia a ruotare su te stesso in senso orario.

Avvertenze:

  • Evita di fare questa posizione se soffri di vertigini, problemi alle valvole cardiache o sclerosi multipla.
  • Se avverti capogiri fermati e prendi dei respiri profondi.
  • Quando hai completato, fermati, unisci le mani di fronte al petto e fissa le punta delle dita continuando a respirare profondamente fino a quando i capogiri non sono passati

Rito numero due: l’angolo

  • Obiettivo: rafforzare gli addominali e il collo
  • Benefici: tonifica i muscoli addominali, delle gambe e del collo
  • Chakra: lavora sui primi cinque chakra, in particolare sul chakra del plesso solare

  • Sdraiati sulla schiena con le braccia lungo i fianchi, vicine al busto ed i palmi delle mani rivolti verso il basso.
  • Inspirando, solleva contemporaneamente la testa portando il mento verso il petto e le gambe verso l’alto fino a formare un angolo retto.
  • Se ti è possibile mantieni le gambe distese, mentre assicurati di piegare un po’ le ginocchia specialmente se soffri di dolori lombari o di tensione nel muscolo ileopsoas.
  • Espirando, riporta gambe e testa al pavimento

Avvertenze:

  • Se hai problemi al collo o cervicale, rimani con la testa appoggiata al pavimento
  • Al termine delle ripetizioni, abbraccia qualche istante le gambe al petto, prendi qualche respiro profondo

Rito numero tre: il cammello

  • Obiettivo: rinforzare muscoli di collo e schiena
  • Benefici: migliora la flessibilità della colonna vertebrale e la postura
  • Chakra: lavora sul 3°- 4°- 5°- 6° chakra

  • Portati sulle ginocchia con le gambe separate alla larghezza dei fianchi, le punte dei piedi appoggiate al suolo e le mani appoggiate sui glutei oppure sui muscoli delle cosce
  • Espirando, piega la testa portando il mento verso il petto
  • Inspirando, piega la testa indietro inarcando la schiena quanto ti è possibile
  • Espirando torna su e riporta il mento verso il petto

Avvertenze:

  • Se hai problemi al collo o cervicale, evita di piegare la testa all’indietro

Rito numero quattro: il ponte

  • Obiettivo: rinforzare polsi, caviglie, spalle, zona lombare e glutei
  • Benefici: potenzia i muscoli di gambe e braccia, espande la gabbia toracica
  • Chakra: stimola 3° – 4° – 5° chakra

  • Siediti a terra con le gambe distese, e le mani appoggiate ai lati dei fianchi
  • Espirando, porta il mento verso il petto
  • Inspirando, porta la testa indietro e mantenendo le braccia tese, senza spostare mani e piedi, solleva il bacino formando con il corpo una linea retta orizzontale al pavimento.
  • Espirando torna giù, riportando il mento verso il petto

Avvertenze:

  • Se hai problemi al collo o cervicale, evita di piegare la testa indietro.
  • Se soffri di tunnel carpale, evita di fare questa posizione

Rito numero cinque: il cane

  • Obiettivo: allungare il corpo, soprattutto la schiena e la parte posteriore delle gambe, rafforzare braccia e spalle
  • Benefici: rinvigorisce, tonifica gli organi addominali e intestinali, elimina le tossine
  • Chakra: stimola tutti i chakra, riallineandoli

  • Portati nella posizione del cane a testa in giù
  • Inspirando, sposta il peso del corpo in avanti, il bacino scende evitando di appoggiare le ginocchia o le gambe al pavimento. Mantieni le braccia tese perpendicolari alle spalle e la testa piegata all’indietro
  • Espirando, spingendo l’ombelico verso la colonna, e mantenendo gli addominali attivi, torna nel cane a testa in giù

Avvertenze:

  • Evita di piegare il collo indietro se hai problemi di cervicale

Video Tutorial

Per aiutarti nella pratica di questa sequenza di posizioni, abbiamo preparato un video specifico, completamente gratuito.

Ricorda di praticare sempre portando attenzione al respiro ed alle sensazioni del tuo corpo, rispettando i tuoi limiti e senza mai forzare o sentire fastidio e dolore.

Il Sesto e Settimo Rito Tibetano

Ora che conosci per filo e per segno i primi cinque riti tibetani, posso rivelarti che in realtà i riti sono sette… e non cinque. 🙂

Nei prossimi capitoli approfondiremo insieme gli ultimi due.

Il 6 rito tibetano

Il sesto rito tibetano ha lo scopo di ripartire la vitalità apportata dai primi cinque tibetani,canalizzando l’energia nei centri energetici superiori. E’ stato definito da Kelder come “il completamento dei cinque riti”.

In particolare fa leva sulla trasformazione dell’energia sessuale.

Infatti si tratta di un esercizio che veniva consigliato ai monaci che facevano voto di astinenza, per gestire le pulsioni sessuali e trasformarle in realizzazione spirituale.

In realtà questo esercizio può essere utile anche a noi, in quanto ci aiuta a conoscere l’energia sessuale, a sperimentarla con consapevolezza ed a trasformarla in amore, chiarezza e soprattutto longevità.

L’energia sessuale è energia vitale ed è importante imparare a canalizzarla ed utilizzarla nel migliore dei modi.

In questo modo, evolvendo, si smette di essere vittima di ogni provocazione interna ed esterna (e la società attuale, ahimè, è molto provocatrice in questo senso) e il desiderio sessuale diventa una scelta libera, non più un meccanismo incontrollato.

La sessualità può tornare ad essere vissuta in maniera sana e riacquistare la sua sacralità, vivendola con una consapevolezza più ampia e una capacità percettiva più estesa, legata ad una conoscenza personale profonda, una maggiore consapevolezza del proprio corpo ed un rafforzamento della propria capacità individuale d’amore con l’apertura del cuore.

Con il passare degli anni, inoltre, è risaputo che le capacità sessuali diminuiscono.
Questa pratica ha lo scopo di conservare, aumentare e controllare l’energia delle pulsioni sessuali, incanalandola verso i centri superiori per trasformarla in realizzazione spirituale.

Personalmente la ritengo una pratica avanzata in quanto sollecita notevolmente il diaframma e comporta una lunga ritenzione del respiro e, come lo yoga insegna, le pratiche di controllo della respirazione agiscono sul sistema nervoso.

Con questo non ti voglio assolutamente dissuadere dal provare questo rito, ma per fare in modo che l’esercizio sia benefico ed efficace è importante aver praticato regolarmente per almeno un mese i primi cinque riti tibetani, averne preso piena confidenza e sentire un miglioramento della propria vitalità, oltre ad essere sicuri che si è in grado di respirare nella maniera corretta.

Se dovessi avere dei dubbi, puoi provare il video che ti elenco di seguito e nel quale ti guiderò a comprendere come respirare correttamente: Come respirare correttamente

Come fare:

Il sesto tibetano consiste in una ritenzione respiratoria a polmoni vuoti, accompagnata da una contrazione muscolare, quello che nello yoga si chiama Bandha.

Avvertenze:

  • È importante ricordare che questo tibetano va praticato assolutamente a digiuno e la ritenzione della respirazione deve essere intrapresa progressivamente e con precauzione, oltre che evitare l’attività sessuale alcune ore prima e dopo l’esercizio.
  • È sconsigliato a chi soffre di problemi cardiaci o di difficoltà respiratorie ed ernia iatale.
  • Inoltre, per le donne, è sconsigliato durante il ciclo mestruale ed in gravidanza.

Rito numero Sei: il respiro del fuoco

  • Obiettivo: immagazzinare e preservare la vitalità, ripartire la vitalità apportata dai primi cinque riti, canalizzando l’energia verso la parte superiore del corpo
  • Benefici: migliora la circolazione, calma e trasforma gli impulsi sessuali, portando creatività e longevità
  • Chakra: stimola tutti i chakra, ma in particolare il 3º

  • Portati in piedi, con le gambe separate alla larghezza delle spalle, le ginocchia piegate e le mani appoggiate sulle ginocchia con le dita rivolte verso l’interno e le braccia tese. La schiena è leggermente arrotondata.
  • Espira profondamente facendo rientrare la pancia, tirando verso l’interno la regione addominale, in special modo la zona sopra l’ombelico, e spingila verso l’alto e verso la spina dorsale e trattieni il respiro a polmoni vuoti
  • Mantenendo l’apnea, raddrizzati appoggiando le mani sui fianchi e spingi verso il basso: questo ti costringerà a sollevare le spalle.
  • Ritrai il più possibile l’addome e sollevate il torace, contrai il pavimento pelvico verso l’alto.
  • Mantieni la posizione e l’apnea fino a quando ti è possibile, sempre senza forzare mi raccomando!
  • Quando senti il bisogno di respirare di nuovo, rilassa prima l’addome e le braccia e inspira lentamente.
  • Rilassa il respiro per qualche secondo, prima di ripetere nuovamente.

Inizia con una sola ripetizione, sempre dopo aver praticato i Cinque Riti Tibetani ed arriva ad un massimo di 3 o 5 ripetizioni. Praticare questo esercizio troppe volte potrebbe risultare dannoso.

Considera che alla fine dell’esercizio non devi essere senza fiato. Se è troppo difficile o senti tirare la schiena durante l’esercizio, comincia con praticare la respirazione yogica completa, inserendo momenti di apnea a polmoni pieni e poi a polmoni vuoti.

Quando avrai preso confidenza con questa respirazione ed allenato l’apnea, potrai riprovare con il sesto tibetano.

Il 7 Rito Tibetano

Il settimo Rito Tibetano consiste in una meditazione, ripetendo il mantra Om.

Questo Rito ci introduce al fantastico mondo della meditazione ed è un esercizio di meditazione semplice che in realtà può essere eseguito indipendentemente dalla sequenza dei Cinque Riti Tibetani, in qualsiasi momento della giornata.

L’importante, se si sceglie di eseguirlo dopo la pratica dei cinque tibetani, è di non praticarlo in contemporanea con il sesto tibetano, ma scegliere sempre soltanto uno dei due per terminare la pratica.

Ormai avrai sentito parlare dei benefici della meditazione numerose volte, ma se vuoi approfondire l’argomento, ti consigliamo di leggere il nostro articolo Che cos’è la meditazione, come funziona e perché può aiutarti a vivere meglio

Se invece non hai mai meditato e non sai da che parte iniziare, ti consigliamo il Corso base di Meditazione, che è completamente gratuito, dove troverai anche una lezione per sperimentare le diverse posizioni per meditare, in modo da trovare quella più comoda ed adatta a te.

Durante questo esercizio si pronuncia il mantra Om, o meglio Aum.

Questo suono dovrebbe nascere nella pancia e risalire, in modo da sentirlo risuonare per tutta la colonna vertebrale, e terminare con la “m” pronunciata nella testa che sentiamo vibrare in tutto il cranio.

In questo modo possiamo esplorare la nostra voce ed esercitare la nostra capacità vocale.

Questo suono ci aiuta a calmare i pensieri ed a portarci in contatto con la parte più profonda di noi, dove possiamo accedere al subconscio e porre il nostro intento ed intenzione, in modo da poterlo manifestare nella nostra realtà.

In questa fase, possiamo ripetere ad alta voce o mentalmente (la ripetizione ad alta voce è molto più potente ed efficace), il nostro sankalpa, cioè l’intenzione che vogliamo dare alla pratica, o in generale, ciò che desideriamo per vivere meglio e sentirci meglio, per manifestare la versione migliore di noi stessi.

Per questo motivo, un esercizio molto interessante è quello di dedicare un po’ di tempo per pensare e magari scrivere le nostre intenzioni più profonde, in modo da poterle usare come sankalpa nella pratica del settimo tibetano.

Le intenzioni dovrebbero essere profonde e sentite, come le capacità che ci servirebbero per poter essere persone migliori, per noi stessi e per gli altri e non bisogni materiali, come il desiderio di una macchina nuova, per esempio!

Rito numero Sette: la meditazione

  • Obiettivi: calmare il flusso dei pensieri, placare le emozioni perturbanti, armonizzare le energie del corpo ed accedere al subconscio
  • Benefici: calma mentale e serenità
  • Chakra: 6º- 7º chakra

  • Portati in una posizione seduta comoda, con la schiena dritta ma non rigida, cercando di percepire l’asse centrale ed allineando la testa, portando leggermente il mento verso l’interno. Per aiutarti, puoi immaginare di avere un filo di luce sulla sommità del capo che tira verso l’alto.
  • Inizia portando semplicemente l’attenzione al respiro naturale, all’aria che entra ed esce dalle narici.
  • Quando ti senti comodo/a, rilassato/a e centrato/a, fai un inspiro profondo, ed espirando emetti il suono Om.
  • Ripeti dalle 3 alle 5 volte
  • Prosegui pronunciando o ripetendo mentalmente il tuo sankalpa.

Un libro completo

I riti tibetani, come già saprai, sono stati portati alla luce in Occidente dal libro di Peter Kelder, I cinque tibetani l’antico segreto della fonte della giovinezza, e nel tempo sono stati scritti numerosi libri a riguardo, nonchè sono nate scuole specializzate in questa pratica.

Personalmente ho trovato molto valido il libro di Jean-Louis Abrassart Il grande libro dei cinque tibetani, che offre una guida completa alla pratica, con consigli utili su come adattare la pratica alle proprie esigenze e come proteggere la schiena e praticare senza rischi ed anche degli esercizi preparatori per praticare nel migliore dei modi.

Per concludere…

Come anche Kelder ci ricorda nel libro, una delle cose più importanti è l’atteggiamento mentale, la vera fonte della giovinezza è già dentro di te…se sei in grado di vederti giovane nonostante la tua età, anche gli altri ti vedranno in quel modo.

Ora che possiedi tutti i segreti della fonte della giovinezza, non ti resta che metterli in pratica e condividerli con il mondo intero…perché:

“Tutti desiderano vivere a lungo, ma nessuno vorrebbe invecchiare”. ( Jonathan Swift )

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42 commenti su “I Cinque Riti Tibetani… più due: cosa sono e come praticarli”

  1. Ciao e complimenti, io pratico i 5 tibetani da circa 18 mesi, dopo che sono dimagrito di 86 chili, e mi trovo benissimo, poi completo con altri esercizi di streching e ginnastica, non sapevo degli altri 2 tibetani, potresti fare un video anche degli ultimi 2 così da capire meglio?
    Grazie infinite.

    Rispondi
    • Buongiorno Silvio
      Grazie per il tuo commento e complimenti per la tua costanza nella pratica.

      Tuo ringrazio anche per il suggerimento riguardo ai video, lo terremo sicuramente in considerazione nelle nostre programmazioni future.

      Buona continuazione & Namaste

      😊🙏🌟

      Rispondi
  2. Ciao Laura!
    Complimenti per la chiarezza espositiva con cui hai spiegato questa pratica! Come per tutto il resto dei contenuti del tuo bellissimo sito!
    Sto utilizzando questa pratica sia “a se stante” nei giorni in cui non mi alleno, e sia come “riscaldamento” prima di intraprendere le mie attività sportive (esercizi a corpo libero e con i pesi + Mountain Bike e Bici da Corsa a livello amatoriale).
    Ho una domanda, che si riallaccia in qualche modo a quella di Debora Geraci (Marzo 5, 2021 alle 10:02 pm), ovvero:
    si potrebbero eseguire i 5 riti con la modalità “a circuito” tanto utilizzata nelle modalità di fitness funzionale, cross training e simili, e cioè si esegue ogni singolo esercizio con 3 o 4 ripetizioni, poi si passa al secondo con le stesse ripetizioni e si procede così fino al quinto (come hai spiegato tu nel video), poi ci si ferma un minuto in una posizione di rilassamento (come un “recupero”), dopodichè si riparte dal primo esercizio ripetendo la sequenza dei 5 riti per un numero determinato di volte, diciamo da 2 a max 4. In questo modo, a conclusione della pratica, si totalizzano da 15 a 20 ripetizioni per ogni esercizio…. spero di essermi spiegato bene! 🙂
    Se tutto ciò non va a snaturare questa pratica, potrebbe essere una buona alternativa anche in un contesto sportivo?

    Rispondi
    • Ciao Stefano,
      grazie a te per le tue parole.

      Per quanto riguarda la tua domanda, considera che ogni posizione di questa pratica (così come le posizioni dello yoga), hanno un effetto anche a livello energetico. Per questo motivo la loro successione è importante che venga rispettata ed anche per questo motivo la pratica è strutturata in modo che se si vuole dedicare più tempo è sufficiente aumentare il numero di ripetizioni per ogni posizione.
      Sconsiglierei quindi di eseguirle in stile “crossfit”, ma per ottenerne i migliori benefici sarebbe opportuno eseguire solo una serie, aumentando il numero di ripetizioni per ogni rito.
      Per utilizzare una metafora potremmo dire che eseguire i tibetani in più serie, sarebbe un po’ come preparare gli ingredienti di una frittata (riti), fare la frittata (fine della ripetizione dei riti) ed una volta fatta, aggiungere di nuovo gli ingredienti e tornare a cucinarla 🙂
      Spero di esserti stata utile, buona continuazione

      Rispondi
  3. Si può fare prima o dopo dei 5 tibetani della attività fisica ( ellittica- cyclette ecc) grazie

    Rispondi
    • Ciao Maurizio,
      grazie per la tua domanda. Ti confermo che questa pratica può essere utilizzata come riscaldamento prima dell’attività sportiva.
      Spero di esserti stata utile, buona continuazione & Namaste 🤗💚💖🙏

      Rispondi
  4. Ciao laura , perché solo 5 e non completare anche le alte due ?
    Non ritieni che sono importante ?
    Ho iniziato e farle e devo dire che mi trovo molto bene
    Grazie mille

    Rispondi
    • Ciao Selma,
      certamente! Ci stiamo giusto lavorando e a breve saremo pronti per pubblicare la versione completa.
      Buona continuazione, un abbraccio & Namaste 🤗💚💖🙏

      Rispondi
  5. Ho iniziato i 5 tibetani da un anno circa con costanza e passione ora a seguito di una caduta ho subito un intervento al polso e al momento ho dovuto rinunciare agli esercizi. Mi chiedevo se a causa di questo lungo periodo di inattività perderò tutti i benefici ottenuti con la pratica?

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    • Ciao Antonella,
      è difficile poterti dare una risposta con certezza, ma considera che generalmente quando si interrompe una routine, piano piano si perdono anche determinati benefici. E’ lo stesso motivo per il quale gli atleti hanno bisogno di un costante allenamento per mantenere le performance.
      Ad ogni modo, considera che per mantenere i benefici mentali raggiunti, in alternativa puoi dedicarti alle pratiche di meditazione, mudra, rilassamento guidato e yoga nidra che non implicano sforzo fisico ed il conseguente utilizzo dei polsi ed hanno grandissimi benefici.
      Spero di esserti stata utile, buona continuazione

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  6. Buongiorno
    Vorrei sapere se e possibile eseguire 5 tibetani in un’altro ordine.
    O problema caricare peso sulle spalle a lungo quindi due “esercizi” : dog down e ponte ,subito uno acanto l’altro mi è faticoso.

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    • Buongiorno,
      nel libro scritto da Peter Kelder nel 1939, viene detto che i riti devono essere eseguiti nell’ordine proposto in quanto agiscono anche a livello energetico ed è importante rispettarne l’ordine.
      In alternativa ai riti, potresti evitare di fare uno dei due riti oppure, provare con il Saluto al sole che è una pratica super completa ed ha gli stessi benefici dei tibetani.
      Se vuoi approfondire queste informazioni, puoi leggere l’articolo: https://yoganride.com/saluto-al-sole-cose-come-farlo-e-perche-fa-bene/ Spero di esserti stata utile, buona continuazione.

      Rispondi
  7. Ciao Laura
    Sto iniziando ora a praticarli, pensi che possano essere utili in caso di cefalea? Grazie namaste 🙏 Sonia

    Rispondi
  8. Ciao ho letto che chi ha problemi alle valvole cardiache non può fare i 5 tibetani. Siccome soffro di bicuspidismo valvolare ho chiesto al mio medico ma non ha saputo rispondere perché non conosce i 5 tibetani. Quindi devo evitare di farli?

    Rispondi
    • Ciao Biagio,
      grazie per il tuo commento, sarò felice di poterti consigliare.
      Considera che poiché ogni caso è a sé stante, è difficile stabilire a distanza la cosa giusta da fare.
      Il mio consiglio è di provare a praticare i Cinque Riti Tibetani con solo 3 ripetizioni ed eseguirli in maniera molto lenta, portando l’attenzione al respiro ed alle sensazioni del tuo corpo, rispettandone i limiti e senza mai forzare, quindi fermandoti ed evitando gli esercizi in cui senti fastidio e/o dolore e il cuore troppo accellerato.
      Ricorda che non è la quantità, ma la qualità degli esercizi che si fanno e i benefici non mancheranno in ogni caso.
      Spero di esserti stata utile.
      Buona continuazione & Namaste

      Rispondi
  9. Dimenticavo.
    Ho scoperto solo di recente che quel farmaco antiepilettici nuovo che mi diede quel medico era sostanzialmente un antidepressivo che viene usato a volte anche in casi di epilessia.
    Ecco perché ero così ansiosa, nervosa e irritabile, e spesso mi sentivo come se avessi un tumulto dentro.
    Secondo me, certi “medici”, ingolositi dai regali degli informatori del farmaco, non dovrebbero mai esercitare. Quella del medico è una professione molto delicata e non può svolgerla chiunque. Occorre avere empatia, una mente aperta, e soprattutto carattere per non farsi comprare dalle case farmaceutiche.

    Rispondi
    • Ciao Milly,
      Mi spiace molto per la tua situazione, solo posso immaginare ciò che hai dovuto affrontare e spero davvero con tutto il cuore che con il tempo tu possa stare sempre meglio.

      E’ gratificante sapere che vorresti iniziare a fare un po’ di yoga, tuttavia, nel caso di ernia natale è meglio evitare le posizioni che lavorano con gli addominali (nel caso dei 5 riti tibetani i riti nr. 2 – 4 e 5).

      Quindi, come insegnante yoga, piuttosto che i 5 riti tibetani, ti consiglierei di praticare il saluto al sole che eventualmente puoi eseguire anche nella sua variante semplificata e che lo rende adatto a tutti.

      Perciò ti consiglierei di chiedere ad un medico un’opinione in merito alla sequenza del saluto al sole e per quanto riguarda la scelta del medico, personalmente credo che un fisioterapista o un osteopata possano darti dei suggerimenti adeguati nel capire quali sono le pozioni che fanno al caso tuo.

      In particolare, dovresti chiedergli quali tra questi movimenti: piegamenti in avanti, all’indietro, flessioni laterali e torsioni sono adatti al tuo caso. In questo modo ti sarà facile comprendere quali posizioni puoi eseguire (in generale) e quali invece non vanno bene.

      Un’altra opzione potrebbe essere rivolgersi ad un medico ayurvedico, L’ayurveda infatti è la medicina tradizionale indiana, considerata una disciplina sorella dello yoga e che considera la guarigione del corpo nella sua interezza, valutando anche le caratteristiche costituzionali ed emozionali.

      Nel caso volessi iniziare un percorso yoga, considera che oltre alle pratiche più fisiche, lo yoga comprende anche tecniche potentissime per il benessere della mente e che non hanno nessuna controindicazione per cui le puoi praticare anche in caso di ernia natale, come: yoga nidra, i mudra e la meditazione (a questo link trovi un corso gratuito)

      Spero di esserti stata utile, buona continuazione, un abbraccio grande

      Rispondi
  10. Io ho l’ernia iatale, e soffro di reflusso gastroesofageo, causato da un aumento di peso di 22 kg a seguito della somministrazione di un farmaco antiepilettico (soffro di epilessia, tenuta perfettamente sotto controllo con l’assunzione di una piccola compressa) che il neurologo che mi seguiva all’epoca (19 anni fa, poi l’ho cambiato) mi diede al posto del farmaco che già prendevo e che non mi aveva mai dato alcun problema.
    Il nuovo farmaco, invece, mi diede un casino di problemi, fra cui irritabilità, nervosismo, forte ansia, fame, nausea, aumento di peso, ritenzione idrica, ricrescita dei capelli in forma riccia (io ho i capelli lisci, ma non fini).
    Fortunatamente cambiai medico, ma il danno era ormai fatto e 14 anni fa ho scoperto, a seguito a dei forti dolori di stomaco, di avere il reflusso gastroesofageo e ernia iatale.
    Mi furono tolti molti alimenti e tornai al farmaco precedente, con conseguente perdita di peso di 22 kg in 5 mesi.

    Vorrei sapere a quale medico chiedere in merito al se posso svolgere questi esercizi.
    Il mio medico di famiglia è da escludere perché è una capra (difatti sto cercando un medico che sia anche omeopata).
    Il gastroenterologo al quale mi rivolsi non aveva capito che avessi il reflusso (lo capì un conoscente medico chirurgo).
    Un medico omeopata può andare bene?
    Grazie.

    Rispondi
  11. Ciao, io ho problemi alla cervicale, ho iniziato gli esercizi diverse volte e poi abbandonati perche mi procuravano oltre alla cervicale la nausea.
    Guardando il video ho visto che il collo si può anche non muovere giusto? Hai altro da consigliarmi, grazie .
    Rosaria.

    Rispondi
    • Ciao Rosaria,
      in caso di dolore cervicale, come consigliato nel video è opportuno mantenere sempre il collo fermo. In alternativa, potresti eseguire il Saluto al sole che è comunque una pratica completa che si può eseguire anche in caso di cervicalgia. In questo post trovi la descrizione. Spero di esserti stata utile, buona continuazione
      https://yoganride.com/saluto-al-sole-cose-come-farlo-e-perche-fa-bene/

      Rispondi
  12. Ciao Laura,
    ti ho conosciuta questa sera mentre cercavo una corretta esecuzione dei cinque tibetani …complimenti per la chiarezza e la positività che trasmetti nell’ esporre il tutto!:)
    Mi permetto di chiederti un parere se possibile: conosco i riti da anni e li ho praticati molto in passato, con benefici notevoli devo dire! Avendoli ripresi da qualche mese, mi sono resa conto che si sono presentati dei dolori lombari e non riesco a capire dove sbaglio o se, in caso, dovrei sospendere alcune posizioni ( ho dubbi sul secondo rito e sul quinto) … oppure semplicemente eseguirli divisi e non tutti insieme…
    grazie grazie grazie infinite in ogni caso! 🙂
    tanti saluti
    Giulia

    Rispondi
    • Ciao Giulia,
      Grazie per il tuo commento, mi fa molto piacere che ti piace lo stile di insegnamento e sarò felice di poterti consigliare.

      Considera che ogni caso è a se stante e non conoscendoti di persona, è difficile stabilire a distanza la causa dei dolori lombari che si sono presentati.

      Per questo motivo, è sempre meglio chiedere il parere di un medico, o meglio ancora di un fisioterapista che saprà indicarti cosa è meglio fare nel tuo caso.

      Come insegnante di yoga, posso darti alcuni consigli ed accorgimenti generali che puoi provare ad adottare.
      Innanzitutto, è importante portare l’attenzione alle sensazioni del tuo corpo ed al respiro, eseguendo gli esercizi lentamente e rispettando i tuoi limiti, senza mai forzare.

      Meglio fare poche ripetizioni ben fatte e puntare sulla qualità piuttosto che sulla quantità.

      Se trovi difficoltà o fastidio nell’eseguire il secondo e quinto esercizio, puoi provare ad evitarli per un periodo e vedere come va, i benefici della pratica comunque non mancheranno.

      Inoltre, per quanto riguarda il Quinto Rito, ti consigliamo di leggere l’articolo Cane a testa in giù: come farlo e perché fa bene (https://yoganride.com/cane-testa-giu-come-farlo-e-perche-fa-bene/), dove troverai dei consigli pratici per eseguire al meglio questa posizione, i principali errori che si commettono e come correggerli, in modo da poter personalizzare l’esercizio con piccoli aggiustamenti, secondo le tue esigenze.

      Spero di esserti stata utile.
      Buona continuazione & Namaste

      Rispondi
  13. Ciao Laura, ho una domanda, mi piacerebbe fare sia i 5 tibetani che il Saluto al Sole, posso alternare le due pratiche in giorno una e un giorno l’altra? Oppure se non è possibile secondo te cosa è meglio fare tutti i giorni?
    Grazie mille buona giornata

    Rispondi
    • Ciao Matteo,
      si in realtà è possibile. Entrambe le pratiche sono energizzanti e lavorano su tutto il corpo quindi, se ti trovi bene alternandole, avanti così!
      Buona continuazione

      Rispondi
  14. Salve Laura, ormai sto prendendo la sana abitudine di leggere i tuoi utilissimi articoli. Molto bello l’accenno storico, e sarebbe bello fare un workshop sui riti tibetani, davvero interessante 🙂

    Rispondi
    • Ciao Gustavo,
      grazie a te per le tue parole e per la bella idea. Buona continuazione

      Rispondi
  15. Buongiorno Laura,
    Hai spiegato molto bene i riti e ho iniziato a farli da una decina di giorni.
    Ho un dubbio, dopo la prima settimana ero molto soddisfatta e ho sentito che stavo migliorando, ora però sento una gran fatica nel fare il primo rito, non me la sento di aggiungere due riti, mentre su altri me la cavo meglio cosa consigli?

    Rispondi
    • Ciao Linda,
      ottimo lavoro, mi fa molto piacere che ti stai dedicando con tanto impegno.

      Considera che la cosa migliore da fare è ascoltare il proprio corpo per cui, se non te la senti di proseguire aumentando le ripetizioni del primo rito, va bene così. Fai ciò che ti senti, evitando di forzare ed ovviamente senza mai sentire dolore.

      Spero di esserti stata utile, buona continuazione

      Rispondi
  16. Ciao Laura, oggi ho fatto il mio primo giro dei 5 tibetani ma non ho compreso bene una cosa: nel video fai 3 ripetizioni per ogni rito, ma si arriva alle 21 facendolo per ogni rito 21 il primo, poi 21 il secondo è via così? Ho capito bene?
    Grazie
    Debora

    Rispondi
    • Ciao Debora,
      si, hai capito perfettamente.

      Ciò non toglie che non si è obbligati ad arrivare a 21 ripetizioni. Se durante il percorso ti sembra sufficiente per il tuo corpo fermarti prima, puoi tranquillamente eseguire solo il numero di ripetizioni che ti sembra opportuno senza dover per forza arrivare a 21.
      Come sempre la cosa importante è ascoltare il proprio corpo e rispettarlo.

      Spero di esserti stata utile, buona continuazione.

      Rispondi
  17. Ciao Laura,
    grazie per i tuoi video chiari e per il tuo essere rassicurante. Io ho iniziato i 5 tibetani qualche settimana fa, ma mi sono accorta solo ora che avevo interpretato male il primo esercizio (ruotavo finché non mi girava la testa, mi fermavo e riprendevo per un totale di 3,5,7 ripetizioni) errore grave? Cosa mi consigli? Smetto per qualche giorno e riprendo da capo nel modo corretto o proseguo nel modo corretto come se nulla fosse?
    Scusa sono un po’ una pasticciona…graxie e Namastè

    Rispondi
    • Ciao Elena
      Grazie per il tuo commento, sarò felice di poterti consigliare.
      Considera che se non ti sei sentita male e/o fatta male, non c’è problema e sicuramente non è un errore che determinerà conseguenze. Stai pure tranquilla che non succcede nulla.
      Però, ti consiglio di praticare seguendo passo passo il video con attenzione per imparare bene gli esercizi e poi proseguire tranquillamente nella tua pratica, correggendo il primo esercizio.
      Alla fine, gli errori ci servono per migliorare e fare più attenzione.
      Spero di esserti stata utile!
      Buona pratica & Namaste

      Rispondi
  18. Io ho una lieve insufficienza alla mitralica e alla tricuspide. Non mi hanno dato controindicazioni per l’attivita fisica. Inoltre ho un severa osteoporosi alla lombare. Posso praticare i 5 tibetani?

    Rispondi
  19. Grazie!!🤗🙏🌹

    Rispondi
    • Grazie a te Violetta,
      Namaste 😊🙏

      Rispondi
    • Ciao, io ho problemi alla cervicale, ho iniziato gli esercizi diverse volte e poi abbandonati perche mi procuravano oltre alla cervicale la nausea.
      Guardando il video ho visto che il collo si può anche non muovere giusto? Hai altro da consigliarmi, grazie .
      Rosaria.

      Rispondi
      • Ciao Rosaria,
        in caso di dolore cervicale, come consigliato nel video è opportuno mantenere sempre il collo fermo. In alternativa, potresti eseguire il Saluto al sole che è comunque una pratica completa che si può eseguire anche in caso di cervicalgia. In questo post trovi la descrizione. Spero di esserti stata utile, buona continuazione
        https://yoganride.com/saluto-al-sole-cose-come-farlo-e-perche-fa-bene/

        Rispondi
  20. Ciao Laura,
    ti ringrazio per tutti i contenuti condivisi, ti faccio i complimenti per il tuo progetto e ti auguro il meglio.
    Take care!
    Cristina

    Rispondi
    • Ciao Cristina,
      grazie a te per le tue parole. Buona continuazione

      Rispondi
  21. Grazie mille! ❤️

    Rispondi
    • Grazie a te
      😊🙏🌟

      Rispondi

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