Mal di collo e cervicalgia: ecco come lo yoga può aiutarti a capirlo e trattarlo

Alzi la mano chi di voi non ha mai sofferto di un fastidioso dolore al collo…

Probabilmente in pochissimi possono dire di averla alzata. Infatti, che sia a causa di un colpo d’aria, di posture scorrette, ernie, tensioni muscolari o stress, ahimè, prima o poi, questo fastidioso dolore ci tocca quasi a tutti di provarlo.

Ancora una volta, così come per il famoso mal di schiena, e per tanti altri malanni ai quali siamo soggetti, la pratica e gli insegnamenti dello yoga possono rivelarsi un’ottima scelta per capire, prevenire e trattare questa fastidiosa condizione.

Lettura consigliata: I 12 Benefici dello yoga sul corpo e sulla mente

In questo articolo abbiamo pensato di svelarti tutti i segreti per capire come. 🙂

Lezione gratuita di yoga per la cervicale

In questa lezione ti mostrerò alcuni esercizi specifici per alleviare il dolore al collo; si tratta di una serie di posizioni che contribuiscono a lasciare andare le tensioni di spalle e collo, generando una piacevole sensazione di leggerezza nel corpo.

Questi esercizi possono essere fatti in qualunque momento della giornata e sono utili sia per prevenire il dolore al collo, sia per alleviarne il dolore.

Tuttavia, prima di iniziare a praticare, è importante leggere il resto delle indicazioni contenute in questo articolo per capire se, nel caso specifico, è indicato oppure meno eseguire gli esercizi.

Perché lo “yoga per il dolore al collo”?

Ricordo che quando ho iniziato a praticare yoga, nel corso di una della prime lezioni,  mi sono stupita di come, durante l’esecuzione di un semplice esercizio per il collo, l’insegnante ci guidasse dicendoci di muoverci con estrema lentezza, prestando attenzione a tutti i muscoli, tendini e articolazioni che il semplice movimento di rotazione che stavamo praticando metteva in moto.

E’ stato da quel momento che ho capito di avere un collo. Fino ad allora avevo sempre saputo di avere un collo, ovviamente, ma non ne avevo mai avuto piena “consapevolezza”.

Durante quella lezione invece, per la prima volta in vita mia, sono riuscita a sentire e identificare ogni piccola tensione muscolare del collo e delle spalle, e mi sono meravigliata di come, fino ad allora, non avessi mai prestato attenzione a questa fondamentale parte del corpo.

A partire da quel momento, ho imparato a voler bene al mio collo… più che altro ad ascoltarlo, ed è stato proprio grazie a questa esperienza che ho iniziato a comprendere l’efficacia e la “magia” dello yoga .

Lo yoga, infatti, ci invita a sviluppare continuamente la cosiddetta “propriocezione”, ovvero la capacità di renderci consapevoli del nostro corpo, di imparare a comprendere i suoi messaggi, ed è proprio quando impariamo a riconoscere questo dialogo che avviene in continuazione tra il nostro corpo e la nostra mente che iniziamo ad instaurare una relazione stabile con entrambi.

In questo modo, ad esempio, si impara a prendere coscienza delle asimmetrie del corpo diventate croniche, e a correggerle, o ad intervenire ai primi segnali di tensione nel corpo, siano essi di natura articolare o muscolare.

Questo aspetto della pratica è di fondamentale rilevanza quando ci approcciamo allo yoga con scopi terapeutici… ad esempio per farci passare un fastidioso mal di collo.

Infatti, molti dei disturbi al collo ed alle cervicali, quando non sono di natura traumatica o patologica, hanno origini riconducibili ad una postura scorretta, ad esempio quella che ci imponiamo quando utilizziamo lo smartphone, o quando passiamo lunghe ore alla guida o seduti alla scrivania.

Quello che succede è che giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, il nostro corpo compensa queste posture scorrette disallineandosi, e scaricando il peso della testa e del busto dove non dovrebbe essere scaricato, così che le spalle si incurvano, il torace si comprime, e i muscoli e i tendini del corpo si induriscono.

Ecco che lo yoga, attraverso la pratica delle posizioni e della respirazione, e il conseguente sviluppo della propriocezione, ci aiuta a riconoscere e ci invita ad adottare la postura corretta, cosicché ci venga sempre più naturale adottarla anche fuori del tappetino.

E anche se è evidente che non possiamo camminare tutto il giorno dritti come dei bacchetti, conoscendo il giusto allineamento del corpo e sapendo riconoscere il momento in cui non lo stiamo allineando, abbiamo gli strumenti necessari per correggere poco alla volta le nostre cattive abitudini posturali… e svilupparne al contrario di positive.

Il dolore al collo secondo l’Ayurveda

L’Ayurveda (che significa scienza della vita), è considerata la “sorella dello yoga”, ovvero la parte che si occupa della cura e prevenzione del corpo affinché permanga la salute fisica e mentale.

L’Ayurveda sin da sempre ha identificato dolori e patologie come la conseguenza di uno squilibrio dell’organismo: secondo questa “scienza” un fuoco digestivo (agni) insufficiente, porta ad un accumulo di tossine (ama), e un accumulo di tossine determina uno squilibrio delle energie che governano l’organismo (dosha), con la conseguente manifestazione di dolore e/o patologia/e.

L’Ayurveda ci insegna inoltre che Vata, il dosha principale dell’organismo, governa l’apparato osteo articolare e muscolare.

La cervicalgia è, dunque, un sintomo dello squilibrio del dosha Vata.

Ad essere sincera questo dosha pare che sia un po’ capriccioso: la cervicalgia infatti è solo una delle tante malattie provocate da Vata, patologie che in sanscrito sono note come Vata Vyadhi.

Ma cosa possiamo fare quindi per ristabilire un equilibrio nel dosha Vata, e poter finalmente iniziare il nostro percorso di guarigione? Esistono molteplici risposte e soluzioni.

Se il dolore continua a presentarsi costantemente e, oltre al dolore cervicale si manifestano anche altri sintomi di uno squilibrio di Vata, come sciatalgia, mal di testa, dolori ossei…. allora la soluzione ideale è rivolgersi ad un medico ayurvedico che possa fare un’accurata diagnosi e prescrivere erbe e trattamenti specifici per ripristinare l’equilibrio nell’organismo.

Mentre, se la condizione di dolore è in un certo senso sporadica e/o di origine traumatica o posturale, ad esempio causata da un colpo di freddo, da una postura scorretta, per aver dormito con il braccio sotto la testa ecc… allora possiamo alleviare il dolore con alcuni semplici rimedi casalinghi.

E uno dei rimedi migliori è il massaggio.

L’ayurveda è un grande ammiratore di questa millenaria pratica che ci insegna a prenderci cura anche dell’organo più esteso del nostro corpo, ovvero la nostra pelle.

La pelle, infatti, funge da filtro attraverso il quale, utilizzando degli oli adatti alla nostra costituzione ayurvedica, possiamo nutrire in profondità muscoli e tessuti per contribuire a sciogliere le tensioni e ristabilire l’equilibrio energetico nei dosha.

Inoltre, come del resto ci dicevano anche le nostre nonne, è importante coprire il collo con una sciarpa calda, meglio se fatta con fibre naturali come la lana o la seta, che, fra le altre cose, concorre a rallentare il flusso dell’attività mentale, lasciandoci una piacevole sensazione di tranquillità.

Inoltre, per contribuire a sciogliere le tensioni e ridurre l’infiammazione, possiamo ricorrere a delle tisane ayurvediche antinfiammatorie a base di zenzero (meglio se fresco) e curcuma.

Da un punto di vista yogico ayurvedico invece, per contribuire a riportare equilibrio nel dosha Vata, possiamo utilizzare delle sequenze specifiche per questo dosha, come quelle che si trovano nella playlist di Ayuryoga disponibile su Yoga n’ Ride.

Playlist Ayuryoga

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Inoltre, anche la meditazione è un’ottima pratica che contribuisce a mantenere Vata in equilibrio.

Se ti va di provare ad intraprendere un percorso facile e divertente di meditazione e vedere l’effetto che fa, ti consiglio di dare un’occhiata al nostro programma 10 minuti di meditazione per 30 giorni.

Programma Meditazione 10 minuti per 30 giorni

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Come fare yoga quando si ha mal di collo

Oltre a comprendere la teoria che sta alla base dello yoga, prima di iniziare a fare gli esercizi specifici di yoga per il collo è fondamentale capire che non tutto lo yoga va bene per tutti, né per tutti i dolori al collo.

Bisogna quindi scegliere in maniera corretta quale tipo di yoga praticare, e farlo in funzione del tipo di disturbo al quale siamo soggetti.

Ovviamente ogni caso ha la sua storia, però, generalmente parlando, possiamo dire che il dolore cervicale può avere tre tipi di origini: traumatiche, posturali oppure patologiche.

Traumatiche

Se il mal di collo è causato da un’infiammazione di origine traumatica, per una corrente d’aria, perché ci siamo fatti male facendo sport, alzando dei pesi, o per qualunque altra motivazione che abbia una causa chiaramente identificabile, allora la terapia migliore, inevitabilmente, non è la pratica… ma è il riposo.

E’ infatti inutile e controproducente andare ad effettuare qualunque tipo di lavoro su una zona infiammata e dolorante: prima di tornare a praticare è necessario riportare la zona ad uno stato di normalità, o comunque di dolore non acuto.

Da un punto di vista yogico l’unica pratica consigliata per questa situazione è il mudra per il mal di collo, chiamato anche “Brahma mudra”, di cui parleremo tra poco.

Patologiche

Quando il mal di collo è causato da patologie specifiche della colonna vertebrale, ad esempio: spondilosi cervicale, protrusioni, ernie ecc… oppure, se si hanno subito degli interventi chirurgici al collo, prima di iniziare a fare yoga è consigliato, e davvero importante, chiedere un parere al proprio medico fisioterapista o osteopata.

Si tratta di un aspetto fondamentale in quanto, poiché ogni persona è differente, anche le patologie al collo possono manifestarsi e avere cause differenti.

Per questo motivo, il medico o il fisioterapista, conoscendo il caso specifico, e potendo fare una valutazione di persona, è in grado di comprendere quali sono i movimenti che, in funzione della condizione specifica, è meglio evitare nella pratica yoga.

Per orientarsi in questo caso è necessario conoscere quali sono le possibili combinazioni in cui può muoversi il corpo umano, ed alle quali anche le posizioni di yoga fanno riferimento:

• piegamenti in avanti (es: posizione della pinza o paschimottanasana)
• indietro (posizione del cobra o bhujangasana)
• piegamenti laterali (posizione del triangolo o trikonasana)
• torsioni (posizione di torsione del signore dei pesci o ardha matsyendrasana)
• contrazioni (posizione della barca o navasana)

È quindi fondamentale conoscere e comprendere l’anatomia e l’origine della singola patologia e, con l’aiuto del medico o del fisioterapista, comprendere quali sono i movimenti da evitare tra quelli che è possibile incontrare nel corso della pratica yoga.

Ad esempio, essere consapevoli che la patologia di cui soffriamo è l’ernia del disco cervicale C4-C5, considerando che l’ernia del disco è una patologia legata al disco intervertebrale che funge da ammortizzatore tra le vertebre, se nel corso della pratica yoga (ma anche nei movimenti che facciamo nella vita in generale), forziamo i movimenti di piegamento all’indietro della testa come potrebbe essere nella posizione del cobra (bhujangasana) o del cammello (ustrasana), il risultato che otterremo è quello di andare a comprimere ulteriormente le vertebre, causando una compressione che potrebbe far fuoriuscire ulteriormente il disco.

È quindi fondamentale conoscere con esattezza quale problema specifico abbiamo, e qual è la sua natura, per capire come muoverci all’interno della pratica.

Questo non per forza significa che in caso di ernia al disco cervicale non potremo mai più nella vita eseguire dei piegamenti all’indietro della testa, (anche perché, se da un lato essi potrebbero aggravare la situazione, dall’altro rimangono molto utili per rinforzare i muscoli delle spalle e del collo, e quindi, potenzialmente utili a migliorare la situazione), ma piuttosto capire con quanta intensità e frequenza il nostro corpo (e la nostra patologia) ci permettono di farli.

La scelta ideale quindi è quella di unire la consapevolezza della nostra condizione con la propriocezione che si sviluppa nel corso della pratica, per arrivare infine a comprendere il nostro punto di equilibrio… che in genere corrisponde alla giusta via di mezzo tra una sensazione di allungamento e rilassamento muscolare.

Così facendo acquisiremo sempre più consapevolezza nei confronti del nostro corpo e dei movimenti che gli sono concessi, e piano piano impareremo a responsabilizzarci ed a conoscere i suoi limiti e quali sono le posizioni che non fanno al caso nostro, e quali invece risultano particolarmente benefiche.

Sempre utilizzando l’esempio dell’ernia cervicale, consapevoli di questa propriocezione, se durante una lezione di yoga ci venisse proposto un esercizio di piegamento all’indietro che comprende l’estensione all’indietro della testa, come ad esempio la posizione del cammello (ustrasana), allora sapremo che la potremo praticare solo nella sua variante più semplice, cioè piegando la schiena all’indietro mantenendo però la testa dritta rivolta in avanti, oppure, evitando del tutto la posizione.

Posturali

Nel caso in cui il nostro problema al collo abbia chiare origini posturali, e quindi legate a posizioni e comportamenti abitudinari, ad esempio stare parecchie ore seduti con la schiena ricurva ed il collo incassato nelle spalle, o la tipica postura da “smartphone”, cioè con la testa piegata molte ore in avanti e le spalle ricurve, allora, la pratica dello yoga giusto potrà aiutarci ad individuarli, ed a correggerli.

In tutti i casi vale la regola precedente: nel momento in cui il nostro mal di collo è ancora in fase acuta, prima di metterci sul tappetino a praticare, è necessario praticare il riposo, i mudra e la meditazione… ed attendere pazientemente che l’infiammazione sia terminata.

In seguito potremmo iniziare a praticare, facendo sì che attraverso la pratica il nostro corpo si rinforzi in tutte le sue componenti e, attraverso la propriocezione, potremo iniziare anche ad adottare le necessarie correzioni nelle nostre abitudini posturali, per fare in modo che l’origine della condizione di dolore venga risolta.

Molto spesso i dolori al collo di origine posturale nascono non solo da come ci sediamo, ma anche da quale posizione adottiamo nel corso di tutta la giornata, compresi i momenti che trascorriamo in piedi, o dormendo, quindi il tempo necessario per risalire alla causa originale del problema può variare da persona a persona, così come il tipo di yoga corretto da praticare una volta individuato il problema.

Nello yoga la regina delle posizioni per sviluppare la propriocezione, comprendere la nostra postura corretta, ed abituarci a correggere i difetti posturali è la posizione della montagna: Tadasana.

Se vuoi provare a sperimentarla, in questo articolo Tadasana, la posizione base dello yoga: come farla, perché fa bene, errori da evitare, troverai tutti i dettagli di questo fantastico asana ed anche un video gratuito che ti guiderà passo passo nella sua esecuzione.

Quando la fase acuta del dolore è passata, e, nel caso il medico ti dia il via libera per fare degli esercizi mirati, allora, yogicamente parlando, l’esercizio migliore che potresti fare è lo stesso di prima, ovvero Brahma mudra.

Questa pratica infatti, comprende dei movimenti molto semplici che se vengono eseguiti abbinati ad una respirazione lenta, ritmica e consapevole, sono di grande beneficio.

Se fai già yoga regolarmente, ad esempio seguendo il nostro programma di yoga per il mattino o il programma stagionale, allora puoi scegliere di fare Brahma mudra prima della tua lezione, come riscaldamento del collo per intenderci.

Eventualmente, lo puoi fare anche la sera prima di andare a dormire.

Inoltre, se dovessi abituarti a farlo anche quando sei di fronte al computer, sul bus o guardando la televisione, allora avrai inserito una buona abitudine che contribuirà al benessere del tuo collo.

In seguito, cioè una volta che il dolore acuto al collo sarà passato, e potrai riprendere la tua normale pratica yoga, è importante seguire i consigli che trovi nel capitolo di seguito.

Come prevenire lesioni al collo facendo yoga

Ricordo vivamente quando, qualche anno fa, era il 2012, per la prima volta si è parlato anche sui grandi media della possibilità di farsi male durante una lezione di yoga.

L’articolo, pubblicato sul New York Times, ha suscitato un certo scalpore poiché lo yoga, in teoria, è “famoso” per portare benessere a corpo e mente, anziché causare dolori e lesioni muscolari.

Personalmente l’argomento mi aveva lasciata piuttosto perplessa, perchè venivo da una formazione yoga che mi aveva insegnato in maniera molto chiara e incontrovertibile che la regola numero uno della pratica è ascoltarsi ed evitare di forzare o sentire dolore durante l’esecuzione delle posizioni. Quindi non capivo in che modo, rispettando questa regola, fosse possibile farsi male praticando yoga.

Tuttavia l’esperienza acquisita nel corso del tempo, sia come praticante che come insegnante, mi ha fatto rendere conto che, effettivamente, se non si conoscono e rispettano alcuni principi base della pratica, è assolutamente possibile lesionarsi facendo yoga.

Per questo motivo ho pensato di condividere con te alcuni suggerimenti che spero possano aiutarti a prevenire questo tipo di problema.

La regola fondamentale dello yoga, una regola che forse avrai avuto modo di sentirmi ripetere spesso nel corso delle mie lezioni, è che quando si fa yoga si fa yoga.

Sembra una frase piuttosto scontata eppure più o meno tutti abbiamo abbastanza chiaro ormai che riuscire a stare nel momento presente è uno dei compiti più difficili per noi esseri umani, in quanto la nostra mente spesso irrequieta tende a perdersi in mille pensieri e direzioni.

Al contrario, la pratica dello yoga richiede la nostra totale presenza ed attenzione, che dovrebbe essere sempre rivolta alle sensazioni fisiche, all’ascolto del respiro, dei muscoli del corpo, delle emozioni e sensazioni che ci suscita una posizione.

Questa presenza durante la pratica ci permette, di conseguenza, di comprendere se una posizione, un gesto o un movimento ci stanno portando beneficio, oppure se non sono adatti alla nostra condizione fisica di quel momento.

Sviluppando attenzione e presenza possiamo quindi facilmente comprendere quando proviamo benessere oppure disagio, e, di conseguenza, adattare la pratica per fare in modo che gli esercizi siano confortevoli.

Diversamente, se ci limitiamo a praticare per imitazione le posizioni che l’insegnante ci propone, ma la nostra mente anzichè essere consapevole di ciò che stiamo facendo e come lo stiamo facendo, è distratta a pensare alla cena da preparare, alle notifiche di whatsapp a cui rispondere, ai mille impegni della settimana, è facile comprendere che il rischio di sforzarsi più di quanto il nostro corpo in quel momento sia pronto a fare è dietro l’angolo.

Nel caso specifico del collo, evitare lesioni, significa anche evitare di sforzarsi di fare posizioni che il resto del corpo, come spalle, polsi e addominali non è pronto a sostenere.

Di seguito, vediamo quali sono:

Posizioni sulla testa, inversioni

La prima volta che ho visto fare la posizione in equilibrio sulla testa (sirsasana), ho pensato: “Wow che figata…. io non ce la farò mai, ma ci voglio provare”.

Poi, dopo mesi di allenamento, quando sono riuscita ad eseguirla, mi sono accorta che, oltre ad una certa piacevole sensazione legata soprattutto all’autostima e al traguardo raggiunto, ho dovuto sperimentare sulla mia pelle anche quanto questa posizione possa essere pericolosa per le nostre vertebre, specialmente per chi ha “il collo debole”.

Ogni volta che viene applicata una pressione al collo infatti, come nel caso di sirsasana, le vertebre vengono compresse, e questo può causare dolore e un sacco di altri problemi.

In questo caso, quindi, prevenire è meglio che curare, perciò, se hai intenzione di metterti a testa in giù con una bella ernia cervicale, beh, mi spiace ma sappi che ci dovrai proprio rinunciare… e anche questo significa fare yoga, ovvero imparare a mettere da parte l’ego, e ad accettare che alcune posizioni non fanno per noi.

L’obiettivo della pratica, infatti, non è quello di fare bene le posizioni ed eseguirle tutte come da manuale, ma è quello di portare consapevolezza e di aiutarci a vivere rispettando gli equilibri di corpo e mente.

La buona notizia è che non è comunque necessario rinunciare ai benefici delle posizioni invertite. Ci sono molte asana, come ad esempio la posizione della candela o del cane a testa in giù, che hanno comunque moltissimi benefici e moltissimi meno rischi.

Inoltre, proprio per ovviare a questo problema, è stato inventato uno strumento utilissimo, chiamato Feet Up. Questa specie di sgabello permette di eseguire le posizioni invertite mantenendo il collo sollevato ed evitando di compromettere lo schiacciamento cervicale.

Se vuoi maggiori informazioni riguardo Feet Up, puoi dare un’occhiata a questo articolo: Cos’è FeetUp Trainer, i vantaggi nella pratica …e una lezione gratuita per te!

Le posizioni invertite quindi, non dovrebbero mai esercitare pressione sulla testa in nessun tipo di inversione, nemmeno quando ci si prepara per la ruota intera.

Inoltre, per assicurarsi di mantenere la corretta curvatura della colonna nella posizione della candela (sarvangasana) e dell’aratro (halasana), sarebbe opportuno appoggiare una coperta sotto le spalle.

Infine, sempre durante l’esecuzione di queste posizioni, sarebbe opportuno evitare di ruotare la testa, per guardare l’insegnante o lo schermo.

Se sei abbonato/a a Yoga n’ Ride e ti va di approfondire tutti questi aspetti, puoi farlo nella lezione A testa in giù! 

Estensioni del collo all’indietro o avanti

Durante la pratica dello yoga in generale è facile imbattersi in posizioni che prevedono di piegare la testa indietro e/o in avanti, come nel caso del cobra (bhujangasana) o del cammello (ustrasana).

Per i motivi che abbiamo visto in precedenza questi movimenti devono essere eseguiti o addirittura evitati quando ci sono lesioni e/o patologie ai danni delle vertebre cervicali.

Tuttavia ho osservato che quando si eseguono le posizioni di estensione all’indietro che prevedono quindi anche la curvatura della colonna (come nel caso della posizione del cammello) la tendenza generale è quella di piegarsi all’indietro lasciando cadere la testa. Questo però potrebbe causare una compressione ai danni delle vertebre cervicali, provocando dolore e/o fastidio ma anche vertigini e/o capogiri.

Bisogna quindi cercare di allungare la colonna vertebrale, anziché comprimerla, facendo attenzione a non lasciar cadere la testa all’indietro.

Questo accorgimento vale per tutte le posizioni di yoga che prevedono il piegamento della testa all’indietro. Ogni movimento dovrebbe essere fatto con consapevolezza e soprattutto nel limite delle nostre possibilità.

Posizione del cane a testa in giù

Adho mukha svanasana, ovvero la posizione del cane a testa in giù, assieme a Tadasana, la posizione della montagna, è forse una delle posizioni più praticate nello yoga.

Proprio a causa del fatto che la ripetiamo migliaia di volte nel corso della nostra storia yoga è importante capire al meglio come eseguirla.

Capita spesso, infatti, che durante la sua esecuzione siamo talmente impegnati a cercare di eseguirla al meglio, concentrandoci sull’allungamento della schiena e sforzandoci di far arrivare a toccare i talloni a terra, che ci dimentichiamo del nostro collo, andando a creare tensione nelle spalle e avvicinandole inconsciamente alle orecchie.

E’ un po’ come quando sei in ufficio a lavorare davanti al computer, che sei così concentrato per non essere beccato dal tuo capo mentre cerchi voli economici o scarpe in offerta, che inavvertitamente le spalle si alzano verso la testa, contraendo il trapezio e i muscoli cervicali.

Per esperienza personale, sia per quanto riguarda il cane a testa in giù, che per la ricerca dei voli economici, questa cattiva abitudine posturale può causare così tanta tensione in quest’area da causare una sensazione di “pizzicotto” ai nervi del collo, ma anche vertigini e/o dolore a tutto la parte superiore del corpo.

Perciò, per assicurarti di eseguire adho mukha svanasana al meglio, ti suggerisco di leggere questo articolo o di guardare questo video gratuito in cui spiego passo passo come farla.

Yoga fuori dal tappetino: consigli per il benessere del collo

Capita molto spesso che ci rendiamo conto dell’importanza del nostro collo solamente quando non riusciamo più ad utilizzarlo in maniera adeguata, e quando questa condizione influenza completamente la nostra vita, limitandoci nei più comuni movimenti come guidare, cucinare, o fare la spesa al supermercato. Capita spesso anche che cerchiamo di ricorrere ai ripari quando il “danno” è già stato fatto, ed ovviamente speriamo che prestissimo tutto torni alla normalità.

E anche se la medicina allopatica ci offre un sacco di pillole, pomate e altri prodotti in grado di attenuare lo stato acuto del dolore, per evitare che il dolore si cronicizzi, o che si manifesti in altro modo, bisogna, ancora una volta, considerare il proprio stile di vita.

Per questo motivo voglio condividere con te alcuni accorgimenti e buone abitudini che potranno contribuire ad evitare futuri mal di collo o cervicalgie.

Presta attenzione alla postura

Come dicevamo nei capitoli precedenti, la nostra postura, e specialmente la brutta abitudine di guardare lo smartphone piegando il collo in avanti e incassando il collo nelle spalle quando siamo seduti alla guida o davanti al computer, alla lunga, genera un inevitabile sovraccarico ai muscoli della schiena e delle spalle.

Una buona abitudine è di osservare nel corso della giornata, durante le nostre normali faccende, la nostra postura e cercare di correggerla.

Come? Beh, come ci insegna tadasana, ovvero la posizione della montagna!

Osserva le tue tensioni

Lo yoga ci insegna molte cose, tra le quali riconoscere le nostre tensioni muscolari.

E’ sufficiente fermarsi qualche istante, mentre si praticano le posizioni, per comprendere il grado di tensione delle nostre spalle e collo. In questo modo, quando facciamo gli esercizi di yoga, possiamo soffermarci ricercando un allungamento delle parti maggiormente tese, oppure immaginare di dirigere la respirazione nei punti di tensione.

Questi piccoli accorgimenti, adottati nella pratica dello yoga, contribuiscono a rilasciare le tensioni muscolari. Un esempio? Prova a piegare lateralmente la testa, lasciando che l’orecchio si avvicini alla spalla. Ora, se presti attenzione al tuo collo, noterai delle tensioni, causate dall’allungamento del muscolo. Forse potrai notare anche che stai creando delle tensioni inutili, ad esempio contrarre la mandibola, i muscoli degli occhi. Con questa consapevolezza, puoi rilasciare queste tensioni.

Fai tre respiri profondi

Nel corso della giornata, specialmente quando ti trovi di fronte al pc, con le spalle incurvate in avanti, fermati un istante per prenderti una pausa per correggere la posizione e fare tre bei respiri profondi.

Utilizza un cuscino appropriato

Questo consiglio esula un poco dallo yoga, e forse è abbastanza scontato, ma è altrettanto importante poiché è pressoché inutile investire tempo ed energie per avere sane abitudini posturali se poi, durante il sonno, che è una delle attività nelle quali investiamo maggior tempo nella nostra vita, non è adeguatamente supportata. Dormire con un buon cuscino (e oggigiorno ne fanno di fantastici per la cervicale), è un segreto, che non è più tanto segreto, ma che contribuisce comunque al benessere del nostro collo.

Comprendi la natura delle tue tensioni

Una delle maggiori cause di dolore al collo è l’accumulo di tensioni mentali, ovvero il famoso stress. Come dicevamo lo yoga è un ottimo alleato per evitare l’accumulo di tensioni, basta dedicarsi, specialmente nei momenti di maggior stress, a pratiche di rilassamento guidato, yoga nidra, meditazioni.

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Playlist di yoga per il collo

Questa playlist (riservata agli abbonati a Yoga n’ Ride) comprende una raccolta di lezioni specifiche per il benessere del collo.

Si tratta di sequenze studiate appositamente per i momenti in cui si soffre di dolore al collo, e serve come fase di transizione fino a quando il dolore è passato, per poi tornare ad un programma di routine di yoga in quanto, la pratica dello yoga in generale, è già di per sé molto utile per il benessere del collo.

Playlist yoga per il collo

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Conclusione

Quando si manifesta un dolore nel corpo, molti di noi si avvicinano allo yoga. Nel mio caso, il vecchio mal di schiena è stato la causa che mi ha spinta a provare questa straordinaria disciplina. Sono grata per quel dolore perché mi ha fatto scoprire non solo la mia passione, ma anche la mia professione attuale.

Naturalmente, non tutti avranno la stessa esperienza, ma dalle testimonianze che abbiamo raccolto nella pagina: Storie di Yoga, sembra piuttosto chiaro ed evidente che grazie ai vari dolori del corpo che ci hanno spinto a provare lo yoga, abbiamo potuto goderne poi dei suoi grandi benefici sia a livello fisico che mentale.

Quindi, nonostante tutto, anche tu un giorno potresti essere grato/a al tuo mal di collo! 🙏🧘‍♀️

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8 commenti su “Mal di collo e cervicalgia: ecco come lo yoga può aiutarti a capirlo e trattarlo”

  1. Ciao Laura,
    io mi sono avvicinata allo yoga proprio perchè nel 2019 soffrivo di forti dolori al collo che non mi permettevano di fare tanti movimenti. Mi sono piano piano appassionata a questa disciplina 💕 ma i dolori non sono passati. Purtroppo la cervicalgia è diventata cronica e ci convivo quotidianamente e sono convinta che lo stress in tutto questo giochi un ruolo molto importante. Questo articolo l’ho apprezzato tantissimo perchè mi tocca personalmente e l’ho trovato fantastico è ricco di consigli e spiegazioni molto utili. Mi ha fatto molto piacere leggerlo, è scritto benissimo in modo chiaro e semplice. Ho già eseguito la pratica gratuita ed è meravigliosa 😍 diventerà una lezione bonus che inserirò nella mia routine settimanale 🙏 grazie infinite per questo articolo di approfondimento 🤗💖

    Rispondi
    • Grazie a te Michela,
      è molto gratificante sapere che sei appassionata di yoga e che il nostro lavoro ti sia utile. Vedrai che con la costanza nella pratica ben presto il tuo collo ti ringrazierà 😉
      Buona continuazione & Namaste 😊🙏🌟

      Rispondi
  2. Che articolo! Articolato e approfondito. È sempre una meraviglia trovare chi si prende il tempo di portare la propria conoscenza e passione nel mondo.
    Brava e complimenti.
    Ho una condizione patologica (protrusione), aggravata da posture errate. Oltre al dolore e alla rigidità, spesso ho capogiri e instabilità, anche da seduta o sdraiata.
    Capogiri e instabilità possono essere una manifestazione di squilibrio di Vata?
    Grazie infinite per il tuo lavoro.

    Rispondi
    • Grazie Barbie per le tua parole.
      Mi fa molto piacere sapere che il nostro impegno venga apprezzato.

      Per quanto riguarda la tua domanda considera che in Ayurveda, il concetto di “Vata” si riferisce all’energia che governa il movimento nel corpo, compresi i movimenti delle cellule, dei tessuti e degli organi. Quando l’energia Vata è squilibrata, può manifestarsi come sintomi come: secchezza, ansia, insonnia, tremori e instabilità.

      Tuttavia, i capogiri e l’instabilità considerando la condizione patologica della protrusione, ipotizzo che siano una conseguenza della stessa.

      Ad ogni modo, è sempre utile per il benessere del corpo e mente in generale, cercare di ridurre l’energia Vata attraverso alcune pratiche come: lo yoga per Vata dosha,la meditazione, la respirazione yogica completa, il rilassamento guidato, massaggiarsi con olio tiepido, ed il consumo di alimenti caldi e idratanti.

      Spero di esserti stata utile, buona continuazione & Namaste

      Rispondi
  3. cara Laura,
    i tuoi articoli li adoro: ci metti tecnica, passione, approfondimenti e non sono mai pesanti o ripetitivi. E’ sempre una bella sorpresa quando arrivano le tue email.
    Quella di questa mattina oltretutto è stata un dono visto che ieri ho praticato con mia mamma che ha qualche problema di cervicale…e quindi oggi posso farle provare la tua lezione gratuita.
    Che dire? Grazie Laura, grazie e namaste 🙏💛

    Rispondi
    • Ciao Chiara,
      grazie mille per le tue gentili parole e il tuo sostegno!
      Sono felice di sapere che i nostri articoli ti piacciono e che riescono a offrirti nuove prospettive e informazioni utili.
      È un vero piacere sapere che anche tu stai condividendo queste risorse con la tua famiglia e che hai trovato utile la lezione gratuita per la cervicale. Spero che sia d’aiuto anche per tua mamma e che possa portarle sollievo alla cervicale.
      Buona continuazione & Namaste
      😊🙏🌟

      Rispondi
  4. Fantastica Laura! Un articolo super completo e chiarissimo!!!
    Effettivamente ci accorgiamo di aver un collo solo quando ci fa male!
    Strabella la parte che riguarda le affascinanti ma temute inversioni.
    A questo proposito volevo chiederti se in futuro hai in programma di pubblicare qualche video di approfondimento sull’utilizzo del feet up per lavorare sulle diverse parti del corpo.
    Sei mitica!
    Grazie per il tuo lavoro e per ciò che condividi!
    Catia

    Rispondi

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