Yoga e Ayurveda: tutto sul legame tra le due discipline

Quando per la prima volta mi sono avvicinata allo studio dell’ayurveda ho avuto la sensazione che mi si stessero aprendo le porte di un mondo nuovo e speciale, fatto di salute ed armonia, nel quale finalmente ho trovato le risposte a moltissime domande… e molte cose sono cambiate da allora nella mia quotidianità.

È cambiato il modo in cui mi prendo cura di me stessa, è cambiato il mio approccio verso il cibo… ed è cambiato anche il mio modo di praticare ed insegnare lo yoga.

È proprio questo profondo impatto dell’Ayurveda sul mio percorso yogico che mi ha spinta a scrivere questo articolo: per condividere con te ciò che ho scoperto sul legame tra Yoga e Ayurveda e su come queste due discipline, se integrate, possano arricchirsi a vicenda e portare un nuovo equilibrio nella vita di ognuno di noi.

Ti guiderò attraverso alcuni concetti fondamentali dell’Ayurveda, come i Dosha, i 5 elementi e il fuoco digestivo (Agni), e vedremo insieme in che modo lo yoga può aiutarci a mantenerli in armonia.

Troverai anche un test ayurvedico per scoprire la tua costituzione e una proposta di pratica yoga pensata proprio per riequilibrare ciascun Dosha.

Ma come sempre, prima di passare alla pratica… sotto con la teoria. 🙂

Yoga e Ayurveda: differenze e punti in comune

Spesso si sente parlare di Yoga e Ayurveda come “discipline sorelle”, ma che cosa significa esattamente?

In che modo queste due tradizioni millenarie si intrecciano… e dove invece seguono strade diverse?

Partiamo dallo Yoga, parola che in sanscrito significa “unione”. Lo yoga è una disciplina completa, che attraverso pratiche fisiche (asana), respirazione (pranayama), meditazione e filosofia, mira all’equilibrio tra corpo, mente e spirito, con l’obiettivo ultimo dell’autorealizzazione.

È un percorso interiore, che ci aiuta a conoscerci in profondità e a vivere in armonia con noi stessi e con il mondo.

Se vuoi approfondire, dai un’occhiata a questo articolo: Cos’è lo yoga: benefici e come si pratica.

L’Ayurveda, invece, è considerata la “scienza della vita” (dal sanscrito āyur = vita e veda = scienza o conoscenza) ed è una delle più antiche forme di medicina olistica del mondo.

Nasce in India oltre quattromila anni fa, grazie alle osservazioni e agli insegnamenti dei Rishi, gli antichi saggi che, pur senza strumenti moderni, furono capaci di cogliere le profonde connessioni tra corpo, mente e natura.

L’Ayurveda si fonda sull’idea che ognuno di noi possieda una costituzione individuale unica, che determina il nostro equilibrio psicofisico.

L’obiettivo principale dell’Ayurveda è proprio la prevenzione e il mantenimento della salute, attraverso uno stile di vita consapevole, una dieta adatta alla propria costituzione (i Dosha), e pratiche quotidiane mirate al riequilibrio dei sistemi vitali.

Quindi, qual è il legame tra Yoga e Ayurveda?

Entrambe le discipline nascono dalla stessa visione del mondo, quella dei Veda, la più antica letteratura sacra dell’India, e condividono l’idea che corpo, mente e spirito siano profondamente interconnessi.

Mentre lo yoga si concentra sul cammino verso l’autorealizzazione e la liberazione interiore, l’ayurveda si occupa di creare le condizioni ideali per questo viaggio, mantenendo il corpo e la mente in equilibrio attraverso la salute e l’autoguarigione.

In pratica, potremmo dire che l’Ayurveda prepara il terreno, e lo Yoga semina e coltiva.

Insieme, queste due discipline ci offrono una visione completa del benessere, in cui la salute non è solo assenza di malattia, ma armonia a tutti i livelli: fisico, mentale, emozionale e spirituale.

In tempi recenti la ricerca scientifica ha avuto modo innumerevoli volte di dimostrare la relazione che esiste fra la mente e corpo, ed anche per questo motivo l’applicazione degli insegnamenti ayurvedici sta trovando sempre più spazio anche nella società moderna.

In India, infatti, il medico ayurvedico è una figura riconosciuta a livello istituzionale, iscritta all’albo, e che deve seguire un corso universitario specifico per poter somministrare terapie ai pazienti.

Nel resto del mondo gli insegnamenti dell’ayurveda vengono utilizzati ogni giorno per mantenere e riportare armonia nel corpo e nella mente, utilizzando semplici regole di vita, personalizzate in base al proprio tipo di costituzione ayurvedica.

Il fuoco digestivo (Agni): il principio ayurvedico fondamentale

L’ayurveda sostiene che lo stato di ordine corrisponde alla salute, e lo stato di disordine alla malattia, e che sia nostra responsabilità sviluppare la consapevolezza dello stato in cui ci troviamo, e di adoperarci per creare e mantenere ordine e salute ove vi sia disordine e malattia.

In particolare, secondo l’ayurveda, lo stato di salute esiste quando sono in equilibrio:

  • il fuoco digestivo o gastrico (Agni)
  • i tre prodotti di scarto (urina, feci, sudore)
  • la nostra costituzione individuale (tridosha: Vata, Pitta, Kapha)

Prima di parlare della più nota costituzione individuale, è importante capire come e perché il fuoco digestivo, e i prodotti di scarto, siano così fondamentali per il nostro benessere, e quindi per il nostro stato di ordine.

Per capire questo ragionamento proviamo a paragonare il corpo umano ad un auto: il motore, ovvero ciò che permette alla macchina di mettersi in moto e di percorrere chilometri su chilometri, è l’apparato digerente, che l’ayurveda chiama il “Fuoco Digestivo”.

E la benzina è ovviamente il cibo di cui ci nutriamo.

Secondo l’ayurveda bruciare adeguatamente la benzina, cioè avere un sistema digestivo efficiente, è il principio fondamentale per far sì che la macchina-corpo funzioni al meglio.

Il termine fuoco digestivo – che in sanscrito corrisponde all’elemento Agni – non è casuale, esso infatti rappresenta il potere di trasformazione del fuoco, che è la caratteristica principale di questo elemento.

Secondo l’ayurveda Agni è presente in ogni tessuto e cellula, ed il suo ruolo è fondamentale per garantire la nutrizione dei tessuti e del sistema immunitario, in quanto, oltre ad essere responsabile del processo di scomposizione del cibo, cioè della trasformazione del cibo in sostanze nutritive, e del processo di assimilazione, Agni svolge l’importantissima funzione di distruggere le tossine. (Come ad esempio quelle generate, per vari motivi di natura emozionale, o per associazioni alimentari scorrette, dal cibo non digerito, o digerito male.)

Le tossine sono sostanze chimiche invisibili che si trovano nell’aria, nell’acqua e negli alimenti, e che ovviamente sono nocive al nostro corpo… il quale, tuttavia, è già programmato per eliminarle attraverso la sudorazione, la minzione, la defecazione, e la respirazione.

Quando Agni è indebolito, (a causa per esempio di uno squilibrio della nostra costituzione, di cui parleremo fra poco), il metabolismo ne viene drasticamente influenzato, e il cibo non digerito si accumula nell’intestino, dove viene trasformato in tossine nocive. (Che in sanscrito vengono chiamate Ama.)

Ci sono altre ragioni per le quali queste tossine si accumulano nell’organismo, per esempio quando non c’è una giusta proporzione tra sonno e veglia, quando si è soggetti ad una cattiva alimentazione, ad eccessiva assunzione di alcool, fumo, droghe…

Sono certa che non ci sia bisogno di continuare con l’elenco… sappiamo tutti molto bene quali sono le cose che fanno bene al nostro corpo, e quelle invece che bisognerebbe evitare.

Quello che invece spesso non sappiamo, è che una volta prodotte, queste tossine, vengono assorbite dal sistema circolatorio e si disperdono nell’organismo, per poi accumularsi nelle parti più deboli del corpo, che variano in base al tipo di costituzione individuale.

Un eccessivo accumulo di Ama (ovvero di tossine) può causare una serie infinita di disturbi, o meglio, di avvertimenti, che il corpo solitamente ci invia prima di aggravarsi.

Avvertimenti come:

  • alitosi
  • disturbo del sonno,
  • stanchezza persistente
  • artrite
  • asma
  • problemi digestivi
  • ulcere o emorroidi
  • aumento di acne, psoriasi, eczema e altre malattie della pelle
  • confusione mentale
  • dolori muscolari e articolari
  • peggioramento dei sintomi premestruali

L’ayurveda sostiene che il segreto per ridurre al minimo la produzione e l’accumulo di tossine è quello di aumentare il fuoco digestivo prima che questi sintomi si trasformino in patologie vere e proprie.

Come? Attraverso le tantissime tecniche che l’ayurveda ha elaborato nel corso dei millenni, fra le quali:

  • Pratica di una routine ayurvedica quotidiana per la pulizia del corpo (dynacharya)
  • Alimentazione corretta, studiata in funzione del tipo di costituzione individuale
  • Esercizio fisico, yoga e meditazione
  • Utilizzo delle erbe

Per capire questo concetto è necessario esplorare un po’ più nel profondo il magico mondo dell’ayurveda, e capire come gli antichi Rishi stabilirono la loro visione del mondo, che divenne in seguito la base dell’ayurveda.

I 5 elementi nella visione ayurvedica: come la natura si riflette in noi

Secondo l’antica saggezza dei Rishi (i veggenti indiani) tutto nell’universo è nato da una vibrazione sottile: il suono OM, considerato il suono primordiale.

Da questa vibrazione apparve il primo elemento, l’etere, cioè lo spazio senza confini. L’etere cominciò a muoversi, dando origine all’elemento aria, che altro non è che etere in azione.

L’aria, muovendosi, provocò frizioni che generano calore e intensa luce, il fuoco.

Il calore del fuoco, a sua volta, fece sì che alcuni elementi eterei si dissolvessero, e condensandosi diedero origine all’acqua.

L’acqua solidificandosi, diede origine alle molecole della terra.

Quindi da questa vibrazione sono emersi i cinque grandi elementi, che compongono ogni aspetto del cosmo: etere, aria, fuoco, acqua e terra.

Questi elementi non rappresentano solo la materia, ma anche i principi che la governano: spazio, movimento, trasformazione, coesione e stabilità.

Ed è qui che entra in gioco uno dei pilastri dell’Ayurveda: l’essere umano è un microcosmo del macrocosmo. Se questi cinque elementi costituiscono l’universo, allora sono presenti anche dentro di noi… e il nostro stato di salute dipende dall’armonia tra loro.

Quando c’è equilibrio, tutto funziona in modo fluido. Ma le nostre scelte quotidiane, l’alimentazione, le emozioni e persino l’ambiente in cui viviamo possono alterare questo equilibrio. E così iniziano a comparire segnali di disordine: sul piano fisico, mentale ed emotivo.

L’Ayurveda ci invita quindi a osservare questi segnali, e ci offre uno strumento prezioso: la conoscenza delle qualità dei cinque elementi. Ognuno è collegato a specifiche parti del corpo, funzioni fisiologiche, sensi e caratteristiche psicologiche. Scopriamoli insieme.

Etere

etere

L’elemento etere in sanscrito si chiama “aakash”.

Caratteristiche: illimitato, vuoto, spazioso, impalpabile, da un senso di espansione.

Senso associato: udito.

Parti e funzioni del corpo: cavità (bocca, naso, tratto gastrointestinale, apparato respiratorio, addome, torace, capillari, vasi linfatici, tessuti e cellule).

Segnali di disequilibrio: difficoltà respiratorie, reflusso gastrointestinale, scarsa circolazione sanguigna.

Aria

aria

L’elemento aria in sanscrito si chiama “Vayu”.

Caratteristiche: sempre in movimento, secca, leggera, instabile e mobile.

Senso associato: tatto.

Parti e funzioni del corpo: sistema nervoso, espansione e contrazione dei polmoni, pulsazioni del cuore, movimenti delle pareti dello stomaco e degli intestini, ampi movimenti dei muscoli.

Segnali di disequilibrio: problemi legati al sistema nervoso, ansia, insonnia, gas intestinale e addominale

Fuoco

fuoco

L’elemento fuoco in sanscrito si chiama “Agni”.

Caratteristiche: caldo, veloce, aggressivo, penetrante, trasformativo.

Senso associato: vista

Parti e funzioni del corpo: metabolismo, apparato digerente, processo di trasformazione del cibo in sostanze nutritive e del loro assorbimento, cervello, intelligenza, processi del pensiero e temperatura del corpo.

Segnali di disequilibrio: gastrite, infiammazioni, emorroidi irritabilità, rabbia, aggressività, tendenza ad alzare la voce, eccesso di potere o intolleranza nell’accettare certe situazioni.

Acqua

acqua

L’elemento acqua in sanscrito si chiama “Jala”.

Caratteristiche: fluida, senza forma, adattabile e creativa.

Senso associato: gusto.

Parti e funzioni del corpo: secrezione dei succhi gastrici, ghiandole salivari, membrane mucose, plasma e citoplasma. E’ vitale per il funzionamento dell’intero organismo, a partire dalle cellule, dai tessuti, e dagli organi.

Segnali di disequilibrio: rigidità mentale con se stessi e con gli altri, resistenza al cambiamento, secchezza della pelle, eczemi, crampi, diarrea o costipazione.

Terra

terra

L’elemento terra in sanscrito si chiama “Prithvi”.

Caratteristiche: solida, stabile, ferma, rigida, formata e sostenuta.

Senso associato: olfatto.

Parti e funzioni del corpo: sistema scheletrico, struttura ossea, cartilagine, unghie, muscoli, pelle e capelli.

Segnali di disequilibrio: inadeguatezza, perdita di radicamento, insicurezza.

Comprendere questi cinque elementi e la loro presenza dentro di noi è un passo fondamentale per sviluppare consapevolezza corporea ed equilibrio interiore.

Le tipologie di costituzione ayurvedica: i Dosha

Secondo la filosofia ayurvedica i 5 elementi si combinano a coppie per formare tre forze, o interazioni dinamiche, chiamate dosha, ovvero “ciò che cambia”, e si manifestano nel corpo sotto forma di tre principi base che vengono chiamati TriDosha e che sono: Vata, Pitta, Kapha.

Poiché i dosha sono formati dai 5 elementi, e, come abbiamo visto, nel corpo umano sono presenti tutti i 5 elementi, ogni individuo è composto da una percentuale di ogni dosha.

Normalmente i dosha sono presenti in percentuali differenti in ogni individuo: c’è un dosha predominante, uno secondario, e il terzo é normalmente presente in misura minore, anche se esistono molti casi in cui due o addirittura tutti e tre i dosha sono presenti nella stessa misura.

Per questo motivo si possono identificare 7 diversi tipi di costituzione, che sono:

Costituzione caratterizzata da un solo dosha predominante:

  • Vata
  • Pitta
  • Kapha

Costituzione caratterizzata da due dosha predominanti:

  • Vata–Pitta
  • Pitta–Kapha
  • Vata–Kapha

Costituzione caratterizzata da tre dosha predominanti (caso molto raro)

  • Vata–Pitta–Kapha

Un aspetto fondamentale da chiarire è che non esiste mai un tipo di dosha giusto o sbagliato, o un tipo di costituzione migliore o peggiore.

Esiste solamente il tipo di costituzione che abbiamo ricevuto in dono nel momento in cui siamo stati concepiti, e il nostro compito non è quello di cambiare il nostro modo di essere o di appartenere ad un gruppo piuttosto che ad un altro.

Secondo l’ayurveda esiste soltanto la necessità di capire a quale gruppo apparteniamo, di imparare a comprenderne le caratteristiche ed i messaggi che ci invia, ed utilizzarli per mantenerlo in equilibrio.

dosha infatti controllano le funzioni biologiche e psicologiche degli esseri umani, sono il fondamento dell’esistenza psicosomatica dell’uomo, e rivelano la nostra costituzione individuale, le nostre abitudini e le nostre tendenze, dalla struttura ossea alla risposte emotive.

Secondo l’ayurveda, infatti, esistono due tipi di costituzione ayurvedica:

  • Prakriti: la costituzione base determinata al momento del concepimento e invariata tutta la vita.
  • Vikriti: lo stato attuale dei dosha, che può variare in base a fattori esterni (alimentazione, stress, ambiente, stile di vita…)

Conoscere entrambe ci permette di individuare disequilibri temporanei e agire per ritrovare la nostra armonia naturale, riportando i dosha come erano nella nostra condizione ayurvedica di base.

Ecco allora una panoramica introduttiva dei tre Dosha principali e ti anticipo che, per ognuno, abbiamo preparato anche uno speciale approfondimento, nel quale, oltre a una descrizione dettagliata delle caratteristiche e delle costituzioni associate, troverai consigli pratici su come utilizzare lo yoga per bilanciare ciascun dosha.

Vata, il dosha che muove le cose 

Vata è il dosha composto dagli elementi Etere ed Aria e letteralmente significa “vento”, o ciò che muove le cose.

Il suo principio è il movimento.

Governa la respirazione, la circolazione, i movimenti muscolari e nervosi, il linguaggio, la creatività e l’energia mentale.

Le persone a predominanza Vata tendono ad avere una struttura fisica esile, pelle e capelli secchi, e una mente veloce e brillante. Amano il cambiamento e sono piene di entusiasmo, ma possono facilmente soffrire di ansia, insonnia e instabilità se si lasciano trasportare da troppi stimoli.

Quando Vata è in equilibrio: creatività, vitalità, entusiasmo, apertura mentale.

Quando è in disequilibrio: irrequietezza, ansia, insonnia, stanchezza, secchezza fisica ed emotiva.

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Pitta, il dosha della digestione

Pitta è il dosha composto dagli elementi Fuoco e Acqua, e letteralmente significa “il potere della digestione o della cottura”.

Il suo principio è la trasformazione.

Pitta è l’energia della digestione, del metabolismo e dell’intelligenza. Regola il calore corporeo, la fame, la sete e la chiarezza mentale.

Chi ha una costituzione Pitta di solito ha una corporatura media, pelle sensibile e tendenza a scaldarsi facilmente (sia fisicamente che emotivamente). È ambizioso, deciso, preciso, ma può diventare critico, impaziente o aggressivo quando il fuoco interiore si intensifica troppo.

Quando Pitta è in equilibrio: discernimento, determinazione, energia costante, intelligenza lucida.

Quando è in disequilibrio: rabbia, irritabilità, gastrite, infiammazioni, eccesso di controllo.

Pitta

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Kapha, il dosha che tiene attaccate le cose

Kapha è il dosha composto dagli elementi Terra e Acqua, e significa “ciò che tiene attaccate le cose”.

Il suo principio è la stabilità.

Kapha rappresenta la coesione, la struttura e il nutrimento. È l’energia che tiene unite le cose e dona stabilità, dolcezza e resistenza.

Le persone con predominanza Kapha tendono ad avere una struttura solida, pelle liscia, digestione lenta e una forte capacità di resistenza fisica ed emotiva. Sono affidabili, calme, amorevoli, ma possono diventare pigre, troppo passive o attaccate al passato se il dosha si aggrava.

Quando Kapha è in equilibrio: pazienza, compassione, stabilità, forza interiore.

Quando è in disequilibrio: lentezza, ritenzione, apatia, attaccamento, senso di pesantezza.

Kapha

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Conoscere la propria costituzione ayurvedica è il primo passo per scegliere lo stile di vita, la dieta e le pratiche yoga più adatte a noi.

Nei prossimi paragrafi vedremo infatti come lo yoga può essere adattato per riequilibrare ogni dosha, restituendo armonia e benessere profondo.

Pratiche yoga per riequilibrare i dosha

Come abbiamo detto, l’ayurveda e lo yoga sono due discipline che potremmo definire sorelle.

L’ayurveda è la scienza che si occupa dell’autoguarigione, ed i suoi insegnamenti ci aiutano a purificare il corpo e la mente, mentre lo yoga è la scienza dell’autorealizzazione.

Per raggiungere l’autorealizzazione, secondo lo yoga, è necessario avere un corpo ed una mente purificati, e per ottenerli è necessaria la conoscenza e la pratica degli insegnamenti dell’ayurveda.

Per questo potremmo dire che l’ayurveda è già di per sé una forma di yoga, e che lo yoga, per essere completo, dovrebbe includere anche l’ayurveda.

Quindi, una disciplina non esclude l’altra, ma assieme si completano.

E mentre l’ayurveda si focalizza sul ruolo di Agni, il fuoco interiore che a livello fisico ci insegna a equilibrare il fuoco digestivo, che è la base della nostra salute, lo yoga si focalizza sull’energia vitale (prana), che viene attivata nel corpo per mezzo delle posizioni (asana), delle pratiche di controllo del respiro (pranayama) e della meditazione.

Un punto di incontro fondamentale tra yoga e ayurveda si ha quando si utilizzano le caratteristiche delle costituzioni individuali ayurvediche per personalizzare la pratica dello yoga.

In funzione del nostro dosha di appartenenza, infatti, anche la pratica yoga può essere creata su misura.

Ad esempio, gli asana eseguiti lentamente, con stabilità e delicatezza, tendono ad equilibrare Vata; le posizioni eseguite con calma e rilassamento sono ideali per equilibrare Pitta; gli asana eseguiti velocemente, che producono calore e sforzo, tendono ad equilibrare Kapha.

Quando un dosha è aggravato, e quindi iniziano a manifestarsi fastidi o patologie nel corpo, possiamo ricorrere ad una pratica yoga specifica, che unitamente ad una alimentazione ayurvedica adatta, e ad uno stile di vita sano, ci può aiutare a riportare equilibrio nella nostra costituzione.

Per permetterti di avere sempre a disposizione delle lezioni specifiche per ogni dosha, abbiamo creato una speciale raccolta chiamata Ayuryoga, lo yoga secondo l’Ayurveda, che comprende una serie di lezioni di yoga specifiche per ogni Dosha e per i 5 elementi.

Playlist Ayuryoga

Scopri la raccolta Ayuryoga >

Scopri il tuo dosha. Fai il test!

Questi approfondimenti sono particolarmente utili nel momento in cui si ha chiaro il proprio gruppo di costituzione ayurvedica… ma come fare a scoprirlo??

Tadaa… 🙂 🙂

Grazie ad uno speciale Test sulla costituzione ayurvedica, che da oggi è disponibile anche su Yoga n’ Ride.

 

Devo essere sincera, realizzare questo test si è rivelata un’impresa più complicata del previsto… l’ayurveda è disciplina antichissima e molto articolata, e solamente un dottore ayurvedico, cioè una persona con una laurea universitaria specifica, (che è ben diverso da un terapista ayurvedico), dopo un’ attenta valutazione, coadiuvata dall’analisi del polso, può dirci con precisione qual è la nostra costituzione ayurvedica.

Tuttavia esistono alcune macro-aree sulle quali è possibile focalizzarci, e che possono comunque darci delle indicazioni molto utili per capire come i dosha influenzano la nostra caratteristiche ed abitudini, e che possono diventare un ottimo spunto di riflessione e di analisi di noi stessi (e perché no, anche degli altri).

Per cercare di contestualizzare al meglio lo spirito di questo test abbiamo deciso di dedicare ampio spazio, oltre alle domande, anche ad una spiegazione su come il test è stato pensato, su come va interpretato, e su quale sia il suo obiettivo.

Trovi questo approfondimento all’inizio del test, ed il mio suggerimento è di leggerlo con attenzione prima di procedere alla compilazione delle risposte… in questo modo ti sarà più chiaro lo scopo generale del lavoro che stai facendo.

Inoltre, al termine del test troverai i link per accedere agli approfondimenti specifici che abbiamo preparato per ogni dosha, e che contengono una descrizione delle caratteristiche di ogni dosha, ed anche una serie di suggerimenti su quali abitudini, alimentari e comportamentali, ne influenzano l’equilibrio.

Conclusione

Se oltre allo yoga desideri approfondire anche gli insegnamenti dell’ayurveda, il mio consiglio è di iniziare a esplorare alcuni dei tanti libri scritti su questo affascinante tema.

Nel tempo ne ho letti molti, e ho selezionato quelli che ho trovato davvero utili, chiari e ricchi di spunti pratici.

Puoi trovarli nella sezione dedicata all’Ayurveda all’interno dell’articolo: I libri sullo yoga: ecco i migliori titoli selezionati per te, nella sezione dedicata all’Ayurveda.

All’inizio dell’articolo ho scritto che molte cose sono cambiate nella mia quotidianità da quando ho scoperto il mondo dell’ayurveda.

Ed è vero. Sento che il mio modo di relazionarmi al cibo ha acquistato una nuova consapevolezza, che le mie abitudini quotidiane sono cambiate, e che provo maggior rispetto per il mio corpo.

E questo mi fa sentire più consapevole, e più completa.

Ma se dovessi pensare ad un singolo insegnamento che l’ayurveda (e lo yoga) mi hanno portato in dono, e che credo mi abbiano cambiata per davvero, nel profondo, e che forse mi hanno reso meno severa ed esigente, con me stessa e con gli altri, è stato l’aver compreso che, se siamo come siamo, e se funzioniamo come funzioniamo, nella nostra meravigliosa e sorprendente irrazionalità, molto è dovuto ad una magica combinazione unica ed irripetibile di fattori che non possiamo controllare.

…ma che possiamo imparare ad ascoltare, comprendere, e rispettare.

E con questo credo di averti detto tutto, e non mi rimane che augurarmi di essere riuscita a farti appassionare, anche solo un pochettino, al fantastico mondo dell’ayurveda… e che vorrai condividere questo articolo con chi pensi possa averne bisogno.

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11 commenti su “Yoga e Ayurveda: tutto sul legame tra le due discipline”

  1. Grazie, molto interessante.
    Dove posso trovare il test di cui parli nell’articolo?

    Rispondi
    • Ciao Luca, grazie per il tuo messaggio!

      Per ricevere il test puoi andare qui: https://yoganride.com/ayurveda-e-yoga/#test

      Scorrere fino all’immagine “Test Ayurveda” e inserire la tua email nel campo cliccando poi su “vai al test”.

      Riceverai direttamente il test sulla tua casella di posta.

      Spero di esserti stata utile e resto a disposizione in caso avessi bisogno di ulteriori informazioni.

      Buona giornata
      Valentina
      yoganride.com

      Rispondi
      • Ok, grazie, sono riuscito a farlo da computer, dal browser su mobile non mi compare il box.

        Rispondi
        • Ciao Luca,

          Ti ringraziamo per la segnalazione, abbiamo verificato da vari dispositivi e da parte nostra non vediamo alcuna anomalia.

          Ti sarebbe possibile inviarci via email uno screenshot di quello che vedi ed eventualmente il browser e il modello del telefono dal quale stai visualizzando l’articolo?

          Potrebbe esserci utile per ulteriori verifiche, l’indirizzo mail al quale puoi inviarlo è questo: assistenza@yoganride.com

          Grazie mille e buona giornata
          Valentina
          yoganride.com

          Rispondi
  2. Veramente interessante. Mi è piaciuto moltissimo.

    Rispondi
    • Grazie a te Eli 🙏

      Rispondi
  3. Interessante molto

    Rispondi
    • Grazie Alessia 🙂🙏

      Rispondi
  4. Molto interessante e spiegato in modo semplice, grazie!

    Rispondi
    • Grazie Cristina per le tue parole.
      Namaste ???

      Rispondi
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